
La storia che andremo oggi a raccontare affonda le sue radici nel 1847, ben 178 anni fa! E avvenne tra le provincie di Rieti e Viterbo, tra Tarano in Sabina, Civita Castellana e Ronciglione.
Il piego protagonista dello sfizio odierno non sappiamo quando parte: in partenza vi è il solo bollo lineare “C.CASTLNA”, di Civita Castellana appunto.
Ma sappiamo quado arriva, dal bollo lineare al verso apposto a Ronciglione, “16 NOVEMBRE”.
L’anno 1847, invece, è riportato all’interno del testo.
Il destinatario è l’illustrissimo Sig. Gonfaloniere di Ronciglione.
Nello Stato Pontificio (e ricordiamo che all’epoca tutto il Lazio, e sino al 1870 ovvero alla breccia di Porta Pia, apparteneva allo Stato Pontificio), il termine gonfaloniere veniva usato per indicare i sindaci delle città più importanti.
Chi scrive non si sa.
Non si sa perché si tratta di una lettera anonima!
Leggiamola insieme.
«Ill.mo Sig.
Se fossero mancati costì, o in qualcuno di codesti dintorni che V.S.I. [Ndr: Vostra Signoria Illustrissima] sapesse, un cavallo morello orbo di un occhio ed un somaro pure morello di mezzana statura ma traverso o sia quartato, sia d’avviso che il cavallo si vede nelle mani di Gaspare Clementi di Tarano in Sabina, ed il somaro presso Filippo Candelori dello stesso Comune.
Ad effetto però che i proprietari dell’anzidette due bestie possano ottenere il ricupero, si avverte che richiedesi somma celerità, destrezza e circospezione, affinché non possano trafugarle, essendo due soggetti espertissimi nel mestiere……………..
Gradisca Sig. Gonfaloniere, le proteste della stima distinta del sottoscritto.
Tarano 1847
Dev.mo Obli.mo suo Ser.tore [Ndr: Devotissimo Obbligatissimo suo Servitore]
Lamico del publico bene»

Una delazione!
Un onesto cittadino, che però vuole rimanere anonimo e si firma come “l’amico del pubblico bene”, riferisce al Sindaco di Ronciglione chi sono i due ladri di un cavallo e di un somaro, ne fa nome e cognome, indica dove trovarli, e invita alla sollecitudine ma allo stesso tempo alla circospezione perché si tratta di due ladri esperti che se magari si accorgono di essere controllati se ne disfano rapidamente per non essere colti in fallo!
Il mittente (che è sicuramente di Tarano in Sabina – lo scrive anche in firma) sa chi ha rubato i due quadrupedi, chi li detiene, ma non sa a chi sono stati rubati. Infatti, all’inizio della missiva è dubitativo, chiede, prova ad accertarsi. L’impressione è che pieghi del genere ne abbia inviato anche ad altri Gonfalonieri della zona.
Grandissima onestà da parte del mittente, molto ligio al dovere, scrupoloso, deferente e coscienzioso?
Oppure i due ladri, il Clementi e il Candelori, gli avevano fatto qualche torto in passato e adesso il mittente aveva l’occasione per fargliela pagare e non voleva farsela sfuggire?
Piccola nota postale finale.
Come è possibile osservare, il piego ha ricevuto il bollo di partenza da Civita Castellana, centro più grande di Tarano in Sabina da cui dista 17 km, e questo perché tutta la corrispondenza proveniente da Tarano veniva postalizzata nell’ufficio della Direzione Postale di appartenenza, Civita Castellana appunto.
All’epoca, infatti, a Tarano non vi era ancora un ufficio postale. Un ufficio postale rurale venne istituito tra luglio e settembre del 1875 mentre l’ufficio postale di terza classe invece venne attivato il 1° luglio 1902.
La missiva è quindi diretta a Ronciglione, ovvero all’interno della stessa Distanza (regione postale) ma verso una Direzione Postale non a contatto con quella di partenza, con transito a Roma, e pertanto la tariffa postale per far viaggiare quel piego era di 4 bajocchi, tariffa che venne appuntata a lapis sul frontespizio del piego (quel segno poco comprensibile è un 4) e che venne (come sempre, sino all’introduzione dei francobolli) pagata a destinazione.
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