Chi segue da un po’ Sfizi.Di.Posta non sarà la prima volta che vede un documento postale come quello di oggi, una comunissima cartolina postale per le forze armate esente da tassa per l’Italia e le colonie.
Di cartoline del genere ne sono state prodotte a milioni, di decine di varianti, ed elargite a grandi mani alle truppe affinché potessero scrivere a casa veicolando, nel frattempo, importanti messaggi di propaganda.
La cartolina protagonista dello sfizio di oggi riporta una frase del Re Vittorio Emanuele III, ma più sovente è facile ritrovare frasi del duce Mussolini.
Come è possibile osservare, anche da quanto manoscritto dal mittente, la cartolina è stata scritta il 26 maggio 1942 e postalizzata lo stesso giorno alle ore 13 (come si legge al centro del guller 26-5-42-XX 13, dove XX è l’anno dell’Era fascista).
Il mittente è tale Bernardino Decristoforo, cognome scritto sicuramente errato (forse “De Cristoforo” oppure “De Cristofono” o “De Cristofaro”), fante del XX Reggimento Fanteria che era inquadrato nella 27° Divisione di Fanteria “Brescia”.
Alla Divisione Brescia era assegnato l’ufficio di Posta Militare n.96. Di conseguenza, i militari riportavano come loro indirizzo “Posta Militare 96”, e la missiva veniva loro consegnata evitando che, se mai fosse caduta in mano al nemico, avesse potuto fornirgli indicazioni utili sull’ubicazione delle truppe.
Bernardino (e lo abbiamo visto da come scrive il suo cognome) non è evidentemente molto acculturato, e si vede anche da come scrive il messaggio indirizzato alla Sig.ra Giuseppina, forse sua mamma, a Trentola San Marcellino (un comune della provincia di Napoli, poi Caserta, unificato sotto il regime fascista, poi separato in Trentola e San Marcellino nel 1946).
«Vin vio i piu fortti saluti e baci dal vostro compatente».
Dal vostro combattente!
Che tenerezza, Bernardino…
Non solo. Se giriamo la cartolina al verso troviamo delle decorazioni che, però, non sembrano essere opera di Bernardino. Sono due salvagenti, separati da una pianta in fiore, all’interno dei quali è ripetuta la parola “Bacio” con una calligrafia un po’ diversa da quella di Bernardino.
La cartolina è stata inoltre prelevata dalla censura, e lo si vede sia al recto con quel piccolo bollo circolare violetto 179 (il numero identificativo del censore) e al verso dal grande bollo rettangolare “Prelevata dalla posta per la censura” dalla Commissione provinciale di censura di Napoli.
Ma la vera particolarità della cartolina stavolta sta in un aspetto apparentemente secondario ma di una notevole importanza storica. la data di spedizione.
Come detto, Bernardino era un fante della Divisione Brescia, e in quel momento storico la Brescia era di stanza a Tmimi, un piccolo villaggio lungo la costa libica a circa 100km da Tobruk.
La Brescia aveva già partecipato sia alla Battaglia di Derna (25-29 gennaio 1941) che alla Battaglia di Tobruk (18-28 novembre 1941).
Il 26 maggio 1942, però, (ed ecco la coincidenza della data!) la Brescia viene coinvolta nella terza controffensiva voluta dal generale Rommel.
Gli italo-tedeschi furono impegnati nella Battaglia di Ain el-Gazala, conclusasi con grande successo, costringendo i britannici a ripiegare in Egitto.
Tobruk fu conquistata e gli italo-tedeschi arrivarono a El Alamein, dove il fronte si stabilizzò nell’agosto 1942.
L’offensiva britannica si concretizzò il successivo 24 ottobre quando costrinse la Brescia a ripiegare prima su Deir Shà, poi verso Fuka. Qui, il 7 novembre 1942 la Divisione Brescia venne totalmente annientata.
Dovremmo pertanto ritenere Bernardino tra le migliaia di vittime italiane ad El Alamein.
Ma il nome di Bernardino non compare negli elenchi delle vittime, né in quelli dei dispersi.
Il “compatente” Bernardino si salvò perché forse non vi partecipò, forse venne nel frattempo congedato, forse venne spostato di reparto, forse era in un ospedale militare, forse…
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