Sante Marie è un piccolo borgo medievale di circa mille anime in provincia di L’Aquila, ma in realtà a pochi passi da Roma da cui dista un’ottantina di km.
All’epoca della storia che stiamo per raccontare registrava circa 3700 residenti, ma rimaneva appunto un piccolo borgo a misura d’uomo.
Si dice così, “a misura d’uomo”, quando ci si riferisce a luoghi tranquilli, dove tutto funziona, dove si vive bene, dove si mangia bene, dove tutto è genuino.
E appunto di questo parla il breve sfizio di oggi, delle cose genuine.
La cartolina venne spedita da Sante Marie il 24 luglio 1923 ed è diretta a Roma, al signorino Giovanni in via dei Coronari, una delle vie più famose e caratteristiche della Capitale, un tempo via preferenziale di collegamento tra il porto di Ripetta e San Pietro, tanto che vi installarono bottega numerosi venditori di corone di rosario da cui, appunto, via “dei Coronari”.
Il lettore attento avrà già notato che accanto al nome della città, nell’indirizzo, vi è riportato un numero, “Roma 11”.
Non è un errore, tutt’altro: è una sorta di precursore del CAP.
Nel 1920 le grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Bologna, Genova, Firenze e Venezia) vennero suddivise in zone, e per ogni zona venne assegnato un certo numero di portalettere per la distribuzione. In tal modo, la posta veniva smistata a monte, con notevole accelerazione nella velocità di recapito.
Nel nostro caso, il settore di Roma entro cui ricadeva via dei Coronari era l’11, e il portalettere che effettuò la consegna era l’89. Non sappiamo ovviamente il nome e cognome, ma era l’89. Questo invece lo sappiamo dal piccolo bollo “Quartiere Postale 11 – 89” apposto a Roma all’arrivo.
L’esperimento del Quartiere Postale si protrasse sino alla fine degli anni ’30 e lì terminò visti gli scarsi risultati: l’utenza postale non si abituava a inserire il Quartiere Postale nell’indirizzo di destinazione (non tutti i mittenti ne erano a conoscenza), e quindi era più il tempo che si perdeva ad assegnare ogni singola lettera al corrispondente quartiere che il risparmio.
Più avanti, nel 1967, venne ‘inventato’ il CAP.
Ma torniamo al contenuto della cartolina. Dicevamo prima che aveva a che fare con qualcosa di genuino. E infatti. Leggiamo insieme il testo.
«Carissimo Nino,
abbiamo ricevute le cartoline scritte da Papà a Bagni. Che fate voialtri, ti senti bene tu? Stasera o domani verrà uno a Roma e porterà un po’ d’ova. Le porterà da Torquato. Noi stiamo tutti bene, tutti i giorni andiamo a spasso e non abbiamo dove passare il tempo. Saluti a voi tutti. Aff.ma sorella Nina.»
Le uova di campagna di certo rientrano in quelle ‘cose genuine’ di paese che non puoi non apprezzare.
Vuoi mettere un ovetto fresco la mattina?
O un ovetto fresco sbattuto a zabaione?
Ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere sottolineato.
Osservate come Nina, scrivendo “Stasera o domani…“, dia per scontato che la sua cartolina giunga prima della sera del giorno stesso in cui la spedisce. Nina ha il solo dubbio se le uova da Torquato arriveranno in serata o l’indomani, ma è certa che la cartolina arrivi prima.
E questo perché la posta era l’unico mezzo di comunicazione, e in quanto tale doveva funzionare (e funzionava) sempre, velocemente, e a consegna garantita.
E oggi?
Lascio a voi i commenti.
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