BUON NATALE PAPA’

BUON NATALE PAPA’

Cari lettori di Sfizi.Di.Posta, Buon Natale!
E’ la mattina del 25 dicembre, e combinazione vuole che sia un lunedì. Per cui puntuale arriva un nuovo ‘sfizio’.
E, ovviamente (ma quanto sei scontato, curatore di Sfizi.Di.Posta!!), questo sfizio riguarda il Natale.

In realtà, nulla è scontato, soprattutto in guerra.
Abbiamo davanti agli occhi le immagini dei poveri bambini di Gaza sotto le bombe, e ancora non ci capacitiamo come possa essere possibile che nel 2023, quasi 2024, con due recenti guerre mondiali alle spalle e tanti morti e dolore, ci sia in giro per il mondo ancora qualcuno interessato a giocare con i soldatini.

E allora, avendo ben presente ciò che accade sul nostro pianeta, quasi un segno del destino è stato il recentissimo (nemmeno un mese fa) ritrovamento della missiva che sarà protagonista dello sfizio di oggi.

Si tratta di un biglietto di Posta Aerea, di quelli che si ripiegavano su sé stessi e si incollavano ai tre bordi aperti semplicemente inumidendo la colla secca presente su di essi; chi riceveva, poi, doveva semplicemente strappare i tre bordi lungo la perforazione, e la lettera si apriva velocemente e agevolmente.

La missiva parte il 27 novembre 1941 da Tortona, provincia di Alessandria, ed è diretta al tenente Giovanni, presso l’ufficio di Posta Militare 88 a seguito delle truppe del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, noto in sigla come C.S.I.R.
Come notiamo dall’indirizzo del destinatario, il tenente era inquadrato nella I Compagnia, II Battaglione Anticarro Automatico.

L’ufficio di Posta Militare 88, in quel momento, si trovava attestato presso Iassinovataia (o Jasynuvata o Jasinovataja o Yasinovataya), un importante snodo ferroviario del distretto di Doneck nella regione del Donbass, luoghi oggi noti a tutti per via dell’odierno conflitto russo-ucraino (ma che coincidenza!).

Il biglietto è correttamente affrancato con un francobollo di 50 centesimi (per la lettera di primo porto, non tenendo conto che se diretta a militare avrebbe avuto uno sconto a 25 centesimi) e due francobolli di posta aerea per un totale di altri 50 centesimi a copertura, appunto, della tariffa per posta aerea.

Ma facciamo un piccolo passo indietro e un piccolo sunto storico.
Il 22 giugno 1941 Hitler dà il via all’Operazione Barbarossa, ovvero l’invasione da parte della Germania nazista dell’Unione Sovietica.
Il 10 luglio viene istituito il contingente italiano C.S.I.R. costituito da 62.500 uomini (il ‘nostro’ tenente era tra questi), 4.600 quadrupedi, 5.500 automezzi, 300 cannoni e 83 velivoli. Il giorno successivo inizia il trasferimento sul fronte est.

La campagna italiana in Russia, con il C.S.I.R. “rinforzato” nell’estate 1942 con l’ARM.I.R. (l’Armata Italiana in Russia, altri 229.000 uomini), fu una disfatta su tutti i fronti.
Alle iniziali vittorie, già a fine 1941 l’Unione Sovietica stava organizzandosi ad una gigantesca controffensiva che portò, nell’arco di tutto il 1942, a una definitiva sconfitta della Germania nazista e del suo alleato italiano.

Il bilancio per l’Italia fu drammatico: 90.000 i morti, 40.000 i feriti, 70.000 i prigionieri, ma questi numeri sono da prendere con le pinze dal momento che le fonti discordano tutte.
Quel che è certo è che un terzo circa delle perdite fu dovuto non a morte in battaglia ma per congelamento, perché mal equipaggiati.

Il ‘nostro’ tenente Giovanni non risulta nell’elenco dei dispersi della Seconda guerra mondiale messo a disposizione dal Ministero dell’Interno, quindi molto probabilmente rientra nell’elenco di coloro che ebbero la fortuna di rientrare.

Questo è tuttavia il contesto storico nell’ambito del quale la piccola Romana scrive a suo papà al fronte per augurargli Buon Natale.

La letterina, personalizzata incollando un’immagine ritagliata da una figurina religiosa edita dalla Cromo N. B. di Milano e incollata verticalmente sul biglietto, è dolcissima e scritta in un italiano perfetto, con una grafia di bimba che intenerisce il cuore.
In fondo alla lettera, due righe anche da parte della moglie Eugenia.
Ecco il testo che vi lascio leggere in religioso silenzio.

«S. Natale 1941
Caro papalino,
pieno è il nostro cuore di vivissimo affetto per te, memore delle tante premure amorose da te usateci, noi sentiamo oggi il bisogno di ripeterti le più teneri espressioni, e di esternarti tutta la nostra gratitudine. La Solennità del S. Natale ci porge propizia occasione.
Si, caro papalino, noi abbiamo sempre presente al pensiero tutto il bene da te ricevuto, e vorremmo poterlo ricambiare. Il Divino Pargoletto che conosce il tuo merito specialmente in questi momenti di sacrifici e di dura lotta, farà scendere sopra di te copiose benedizioni, ti veglierà dall’alto del cielo e ti porterà fra di noi sano e salvo. Caro papà, tu lo sai che ti vogliamo immensamente bene, anche se per leggerezza ti abbiamo procurato qualche affanno grave o lieve. Ma gli anni passano, il giudizio cresce, e noi faremo di tutto per darti in avvenire tutte le consolazioni che meriti. In questo solenne giorno noi ti siamo vicine più che mai, e preghiamo con fervore il Bambino Gesù che benedica te e tutti i valorosi soldati, che doni la pace al mondo, che ci restituisca presto il nostro papalino che sempre aspettiamo.
Caro papalino i saluti li scrive la tua Romana, che ti manda tanti baci ed auguri anche per la mamma unitasi alla nostra letterina.
Ti porgo anche gli auguri della nostra S. Maestra che si interessa tanto di te.
Baciandoti caramente le tue bambine Annetta e Romana.

La tua Eugenia con infinito amore ti manda benedizioni ed auguri.
Il Bambino Gesù sempre ti protegga.
Auguri dallo zio Pompeo, dal papà, dalla mamma Carolina e da tutti.»

Non aggiungo altro, ognuno si senta libero di trarre le proprie considerazioni e esprimerle eventualmente con un commento.
Personalmente, vi auguro Buon Natale.

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