ANDIAMO A VEDERE L’ASSEMBLEA COSTITUENTE!

ANDIAMO A VEDERE L’ASSEMBLEA COSTITUENTE!

Ogni tanto Sfizi.Di.Posta deroga a una sua regola principale, quella di mostrare sempre dei documenti postali.
E’ successo pochissime volte in realtà, ma quando il documento da presentare è particolarmente eccezionale allora la deroga vale la pena.
E oggi è una di quelle volte.

Ieri, 2 giugno è stata la Festa della Repubblica Italiana.
Il decreto legislativo luogotenenziale che portò gli italiani alle urne il 2 giugno 1946 per scegliere tramite referendum istituzionale tra Repubblica e Monarchia è il n.98 del 16 marzo 1946.

Ebbero diritto di voto tutti i cittadini italiani maggiorenni (all’epoca si era maggiorenni a 21 anni) di entrambi i sessi, quindi per la prima volta anche le donne.
Per quanto italiani a pieno titolo, furono esclusi i cittadini delle province di Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Zara e Bolzano, terre in cui la situazione amministrativa non era ancora definita. E inoltre un numero imprecisato di prigionieri di guerra, alcuni dei quali rientrarono in territorio italiano anche l’anno successivo.

Circa 25 milioni di italiani (l’89% dei 28.005.449 aventi diritto al voto) si recarono alle urne: 12.717.923 italiani scelsero la Repubblica, 10.719.284 votarono per la Monarchia.
Con il 54.3% di preferenze, contro il 45.7%, gli italiani scelsero la Repubblica.

L’articolo 1 del decreto di cui sopra, però, chiamava gli italiani a scegliere anche qualcos’altro:
«Contemporaneamente alle elezioni per l’Assemblea Costituente il popolo sarà chiamato a decidere mediante referendum sulla forma istituzionale dello Stato (Repubblica o Monarchia).»

Agli elettori vennero quindi contemporaneamente consegnate sia la scheda per il referendum istituzionale che quella per l’elezione dei deputati dell’Assemblea Costituente a cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale.

Risultarono eletti 556 costituenti, di cui 21 donne. Di esse 14 laureate e tutte formate sul campo con l’esperienza della Resistenza.
Il 25 giugno 1946 venne insediata l’Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza.

I lavori dell’assemblea che inizialmente avrebbero dovuto concludersi in otto mesi vennero più volte prorogati.
Alla fine, produssero un progetto di Costituzione che iniziò l’iter parlamentare di discussione il 4 marzo 1947. Il 22 dicembre 1947 la Costituzione venne approvata, il 27 dicembre il testo venne promulgato a firma del Presidente della Repubblica Enrico De Nicola e entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
Il 31 gennaio 1948 l’Assemblea Costituente si sciolse.

Le donne, quindi, iniziavano ad avere riconosciuti i propri diritti.
Non soltanto poterono partecipare al voto al pari degli uomini, non soltanto poterono sedere gli scranni del Parlamento al pari degli uomini, ma venne loro riconosciuto il diritto di assistere ai lavori parlamentari.

A questo punto della storia entra infatti il documento di oggi.
Si tratta di un biglietto d’ingresso rilasciato a tale Elvira Romeo per assistere ai lavori dell’Assemblea Costituente a Palazzo Montecitorio.
Erano infatti state previste delle tribune riservate alle famiglie degli onorevoli deputati, e la ‘nostra’ Elvira evidentemente doveva essere una di costoro.

Ho provato a fare svariate ricerche in rete, ma non sono riuscito a trovare di quale Costituente la ‘nostra’ Elvira fosse moglie o madre (sorella no perché non vi era alcun deputato di cognome Romeo).
Magari qualche lettore di Sfizi.Di.Posta potrà aiutare.

La seduta cui Elvira poté assistere fu quella del 25 giugno 1947, come risulta dal timbrino a data sulla destra.
Quella fu una seduta molto striminzita. In apertura dei lavori, il presidente Umberto Terracini riferì di un messaggio giuntogli dal Capo dello Stato, Enrico De Nicola, che per motivi di salute si dimetteva dalla carica.

Le dimissioni di De Nicola meritavano una profonda riflessione, anche per tutti gli annessi e connessi (compreso il blocco dei lavori costituenti), per cui il presidente Terracini rimandò all’indomani la discussione in merito.

Le dimissioni furono respinte e il successivo 27 giugno De Nicola accettò di continuare, ma quello del 25 giugno fu sicuramente un momento thriller cui poté assistere anche la ‘nostra’ Elvira.

Vale inoltre la pena ricordare che appena il giorno prima, durante la seduta del 24 giugno, l’Assemblea dovette discutere di un problema che era diventato troppo ingombrante anche per la Sicilia: il bandito Salvatore Giuliano.

I deputati Musotto, Salvatore, Lussu, Scoccimarro e Calosso ebbero un infuocato confronto con il Ministro dell’Interno Scelba, che si risolse nell’approvazione della repressione armata dei fatti siciliani, compreso l’arresto o l’uccisione del bandito Giuliano.

Mi fermo comunque qui perché questa è decisamente un’altra storia.
Ma viene però da pensare: ma vuoi vedere che la ‘nostra’ Elvira era forse interessata alla discussione sul bandito Giuliano, e che per quel motivo andò ad ascoltare, ma fu tempo perso perché non si parlò di altro di diverso dalle dimissioni di De Nicola?

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