SE NON DI PRESENZA MA CON PENSIERO VI SONO VICINO

SE NON DI PRESENZA MA CON PENSIERO VI SONO VICINO

Siamo nel 1943, prima dell’Armistizio, era in pieno svolgimento la Seconda Guerra Mondiale, e i militari di ogni fazione venivano normalmente fatti prigionieri. In base alla Convenzione di Ginevra del 27.7.1929, i militari catturati in zona di guerra (P.O.W., Prisoners Of War) dovevano godere di precisi diritti. Ad esempio, l’art.2 cita:
«Essi devono essere trattati sempre con umanità ed essere protetti specialmente dagli atti di violenza, dagli insulti e dalla pubblica curiosità.»
Un aspetto comune a tutti i prigionieri di guerra fu la necessità quasi vitale di comunicare con i propri congiunti. Tale diritto era garantito dall’art.36 della Convenzione e dalla concessione postale di inviare cartoline ai propri familiari in franchigia, ovvero senza francobollo.

La sottostante cartolina venne inviata dal campo di prigionia n.360. Si trattava di un campo alleato, gestito dagli Inglesi, e ubicato a Ndarugu, vicino Nairobi in Kenya, che arrivò ad “ospitare” circa 10.000 prigionieri italiani dal 1941 al 1947.

Le sigle E.A.C. ed E.A.F. riscontrabili sui bolli della cartolina significano rispettivamente East Africa Command ed East Africa Forces. Il bollo rettangolare in alto a destra è quello della censura in partenza; in arrivo venne ulteriormente passata alla censura (bollo a doppio cerchio in basso a sinistra).

Quel che scrive il militare al padre potete leggerlo da soli.

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