Ogni tanto capita che tra la corrispondenza di un tempo si rinvenga una letterina o una cartolina scritta da una bimbetta o da un bimbetto ai propri genitori, ai propri nonni o ai propri zii. Le cartoline, di solito, hanno soggetti consoni alla situazione, ovvero altri bimbetti sulla neve, che giocano su un prato o in una stanza, e così via.
Mirella, però, per scrivere ai propri zii non aveva nulla di tutto ciò.
Ma andiamo con ordine.
Siamo nell’immediato secondo dopoguerra, e precisamente il 20 febbraio 1946. La data di spedizione nei bolli postali non si legge, ma è sicuramente corretta.
Come è possibile osservare, infatti, la cartolina è affrancata per 3 Lire. La tariffa per cartolina di 3 Lire venne istituita il 1° febbraio 1946 e perdurò sino al 24 marzo 1947 (il giorno dopo mutò a 4 Lire).
La località di partenza è invece ignota. I bolli postali sono male inchiostrati e male impressi, e il mittente non ha riportato nulla in merito alla località.
La cartolina, inoltre, non ci fornisce alcuna indicazione perché non riporta nulla sul lato illustrato. O meglio, un’illustrazione c’è, ma non è l’immagine di una località, ma il disegno di una bambina.
Mirella, infatti, deve essere una bimbetta in età scolare. Essendo la cartolina con cui scrive agli zii totalmente bianca, ha pensato di abbellirla realizzando un disegno di una chiesetta con campanile, montagne, alberi e sole che spacca le pietre.
Mirella è compiaciuta del suo disegno, lo chiede agli zii ma la sua è una domanda retorica, è chiaro che la bimbetta non cerca altro che approvazione.
Ma leggiamo il testo.
«Cari zii,
vi piace il mio disegnino? Come state? Spero sarete guariti, noi stiamo tutti bene, meno Giliola che ha il morbillo. Ho portato a casa la pagella con la suficenza, papà e mamma sono rimasti contenti. Ora vi saluto e vi mando tanti baci, vostra Mirella.»
Del morbillo, sebbene fosse una malattia endemica nota da tempo, soltanto nel 1953 ne è stato isolato il virus, e soltanto nel 1963 diversi vaccini sono stati resi disponibili per la popolazione.
Questo significa che nel 1946 Giliola era potenzialmente una dei 7-8 milioni di bambini che ogni anno morivano nel mondo di morbillo.
Una parentesi va aperta per quanto riguarda la pagella.
Introdotta con Regio Decreto del 20 agosto 1926 n.1615, la pagella era inizialmente a pagamento, cioè occorreva acquistare dal tabaccaio per 5 Lire il foglio di carta ove gli insegnanti annotavano i voti.
Essendo un costo non sopportabile per tutti, la pagella divenne nel 1929 gratuita. I giudizi erano espressi in lettere: ottimo, buono, sufficiente, insufficiente, inclassificabile, in una scala ovviamente decrescente.
Nel secondo dopoguerra la pagella tornò ad essere a pagamento (10 Lire nel 1946) e fecero la loro comparsa i voti, da 10 in giù, in sostituzione dei giudizi letterali.
Soltanto nel 1963 la pagella tornò ad essere nuovamente gratuita.
La sufficienza di Mirella, quindi, era un giudizio generale su tutte le materie senza entrare nello specifico di ogni singolo voto, ed era certamente un giudizio non eccelso ma nemmeno da buttar via, e per questo i genitori erano contenti.
Vi starete allora chiedendo che si studiava all’epoca? Che materie studiava Mirella?
Come detto, non sappiamo la sua età, ma possiamo immaginare che Mirella fosse in età di scuole elementari (da 6 anni in poi).
All’epoca, nel 1946, alle Elementari si studiava educazione morale civica e fisica, religione, lingua italiana, aritmetica e geometria, disegno e bella scrittura; dal terzo anno in poi si aggiungevano storia e geografia, lavoro, scienze e igiene, canto.
La “bella scrittura” la si può infatti notare nel modo con cui la bambina scrive sul rigo, con grande cura: si intravedono benissimo le tracce a matita (che poi non ha provveduto a cancellare) grazie alle quali Mirella ha potuto scrivere in modo ordinato, così come imparato a scuola.
Beh, ho come l’impressione che anche gli zii di Ostia Parmense, frazione di Borgo Val di Taro, siano stati contenti di Mirella…
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