PAGA LA CAMPANA!

PAGA LA CAMPANA!

Sant’Angelo dei Lombardi è un delizioso borgo medievale che si trova nell’alta Irpinia, in provincia di Avellino. Nel 1980 divenne la città simbolo del terremoto del 23 novembre per aver dato il maggior contributo come numero di vittime, 482.
Oggi conta circa 4000 abitanti, ma all’epoca dei fatti che stiamo per narrare ne contava almeno 6500.

La cittadina irpina, tuttavia, non è famosa solo per il terremoto.
Sant’Angelo dei Lombardi, infatti, lega a doppio nodo il suo nome alle campane perché proprio a Sant’Angelo si concentrarono le migliori fonderie di campane del circondario, qualcuno dice dell’intero meridione.

Tra queste, senz’altro va annoverata la famiglia Tarantino che, da quanto appurato su poche e oltretutto incerte fonti, pare abbia iniziato a lavorare con la fusione di campane già dal 1630 e che abbia proseguito in questa attività fino alla seconda metà del Novecento.

Un’altra ditta che lavorò a volte insieme alla famiglia Tarantino fu quella di Antonio Ripandelli, attiva nella seconda metà del XIX secolo.

Sul Catalogo Generale dei Beni Culturali messo a disposizione dal Ministero della Cultura è possibile inoltre rintracciare una decina di immagini di altrettante campane realizzate da Michele Tarantino dal 1881 al 1938.

Sull’attività della famiglia Tarantino, così longeva e così rilevante per l’intera comunità di Sant’Angelo dei Lombardi, incredibilmente le notizie terminano qui.
Evidentemente, questa è una storia ancora tutta da scrivere.

Un piccolo tassello, in questa storia, lo mette però Sfizi.Di.Posta, grazie al documento postale protagonista dello sfizio di oggi.
Trattasi di una comune cartolina postale da 30 centesimi spedita il 9 febbraio 1929 da Sant’Angelo dei Lombardi con destinazione Panni, in provincia di Foggia, dove giunse l’indomani.

Chi scrive è un avvocato; chi riceve è il priore dei Pii Istituti SS. Sagramento e S.M. Lauretana. E l’avvocato scrive proprio in rappresentanza di un suo cliente, tale Fiore Tarantino, fonditore di campane.

«Il mio cliente Tarantino Fiore, Fonditore di Campane, mi da incarico di tradurre in giudizio l’Amministrazione di cotesti Pii Istituti SS. Sagramento e S.M. Lauretana per pagamento della resta per la rifusione della campana dal Tarantino eseguita. Prima di procedere ad atti giudiziali, come è mia costante abitudine professionale, ne avviso V. S. quale Priore di detta Amministrazione, perché la vertenza sia definita subito in via amichevole. Cordiali saluti.»

Classica lettera da avvocato, no?
Quindi, gli Istituti si fecero rifondere la campana e non pagarono?
Ahi, ahi, ahi!

Di questo istituto vi è traccia all’Archivio di Stato di Foggia e soprattutto in Giuseppe Procaccini “Cenni storici sulla terra di Panni” (Generoso Procaccini Editore, Napoli, 1981).

Quello del Santissimo Sacramento e Santa Maria Lauretana a Panni era un pio istituto (in città ne esistevano altri tre), una congregazione e una confraternita.
Attivo tra l’Otto e il Novecento, il Procaccini riferisce che già all’epoca del suo libro non ne esisteva che il nome.

Nella vita sociale e religiosa di Panni fu molto presente. Fu sede di un asilo, le cui spese erano in compartecipazione con il Comune. Finanziava (interamente o di concerto sempre con il Comune) le feste religiose del Corpus Domini a giugno e di Santa Maria l’8 ottobre, sempre accompagnate da bande musicali di rilievo (Nardò, Conversano e Castellaneta). Fece realizzare un ossario comune al cimitero.

Nel 1830-1842 fu ultimata la Chiesa Madre a cura e spese della Confraternita del SS. Sacramento e del Comune per la somma di 14.000 ducati. La costruzione, sul modello della cattedrale di Troia, fu un momento aggregante per l’intera popolazione di Panni che partecipò in massa, ognuno con le proprie maestranze.

Insomma, un’istituzione che si dava molto da fare per la propria città.
Appare quindi plausibile che la questione con la famiglia Tarantino per la campana fosse più un disguido che un dolo, e a questo punto appare lecito pensare che ben fece l’avvocato a cercare le vie amichevoli, molto probabilmente così infatti si concluse la vicenda.

Con buona pace degli abitanti di Panni che alla fine degli anni ’20 risentivano suonare i rintocchi della campana riparata dalla ditta Tarantino di Sant’Angelo dei Lombardi.

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