E’ il 24 settembre 1938. L’Italia in quei mesi sta varando i decreti attuativi delle Leggi Razziali e venti di guerra soffiano in Europa.
Ma tutto ciò non sembra interessare il Signor Pasqualino, in altre faccende affaccendato.
La lettera protagonista dello sfizio di oggi è di quelle lettere che trovi ai mercatini dell’usato a quintali negli scatoloni. Lettere del genere sono comunissime e vengono vendute solitamente a pochi centesimi di Euro.
Eppure, quel che rileva la missiva di oggi vale di più, ma molto di più.
Proprio di valore parliamo infatti, anzi ad essere più precisi di valori.
Chi spedisce è la Premiata Sartoria Pasqualino Russo di Palermo, allocata nella centralissima via Maqueda; chi riceve è un avvocato della medesima città siciliana.
Ma leggiamo il testo (come sempre, non correggo gli errori grammaticali, tanto si capisce ugualmente).
«Gent.mo Avv.
Sig. Bruno
Ame mi sembra male venire affare sempre un discorso.
Io non sono ne morto e nemmeno sto fuggendo il 7 Ottobre si finisce la causa e dal 15 inpoi ci metteremo daccordo noi, mi abbia questa compiacenza per queste pochi giorni che mi sento avvilito a cercare denaro per finire la causa.
Ciò tutta la buona volontà che come finisco la causa sodisfo anche a Lei.
Cordiale saluti.
Dev. Russo Pasquale
24-9-938
Anno XVI»
Beh, non vi dico il correttore ortografico di Word! Tutto un segnare rosso e blu per quanti errori ci stanno!
Ma tutto questo lo trovo abbastanza normale per l’epoca.
Quel mi ha fatto sorridere non sono certo gli errori grammaticali di Pasqualino, quanto il suo modo di assicurare il suo creditore: «Io non sono ne morto e nemmeno sto fuggendo».
Ora… Una sartoria Russo oggi è presente a Palermo, ma Russo in Sicilia è un cognome molto comune, potrebbe benissimo essere un Russo che non c’entra nulla con Pasqualino.
Così come esiste un avvocato Bruno Biagio a Palermo, in altra via, potrebbe essere un discendente.
Ma in tutta sincerità ho evitato di indagare, tanto anche fosse che cambia?
Ultima nota la merita il foglio di carta su cui ha scritto Pasqualino, un foglio a quadretti strappato da un quaderno.
Vanno notati i bordi verticali rossi. Di solito, questo tipo di quadrettatura delimitata da bordi verticali rossi era/è in uso nelle scuole elementari, dalla seconda in poi.
Nulla a che vedere con una “premiata sartoria”.
Pasqualino allora utilizzò un foglio strappandolo dal quaderno della/del figlia/o?
Comunque sia, rimane questa finestra aperta sul 1938 a Palermo e sulle scuse accampate da Pasqualino.
Ma stia tranquillo avvocato, Pasqualino pagherà, “cià tutta la buona volontà“… 😀
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