DA ALTAMURA, PASQUALI SALUTI

DA ALTAMURA, PASQUALI SALUTI

Sono diversi i motivi per cui Altamura, grosso centro nell’entroterra di Bari con circa settantamila abitanti, è nota ai più.

Anzitutto il “pane di Altamura DOP” (primo prodotto da forno riconosciuto in Europa con il marchio DOP) e la “lenticchia di Altamura IGP”, due eccellenze alimentari che hanno fatto da volano per l’economia di un territorio fortemente legato da sempre all’agricoltura.

Ma lasciando la tavola e trasferendoci idealmente in campagna, non meno importanti sono i ritrovamenti geologici, delle orme di dinosauro di 85 milioni di anni fa e uno scheletro completo di un uomo di Neanderthal del Paleolitico, poi ribattezzato “Uomo di Altamura”.

E ancora le mura megalitiche, i musei, le chiese, il cammino materano che passa da qui, il “pulo” carsico, le grotte, l’intervento di Federico II di ripopolazione… Insomma, una città ricca di storia e cultura, sicuramente da visitare.

Non di meno, sebbene Altamura all’epoca della spedizione della cartolina protagonista dello sfizio odierno registrasse circa la metà degli attuali abitanti, rimaneva anche allora un centro nevralgico attorno al quale imperniare svariate realtà, tra cui quella scolastica.

La cartolina è difatti spedita dal Convitto Comunale Cagnazzi di Altamura l’1 aprile 1936, esattamente 88 anni fa, ed è diretta a Bari.
Per raccontarvi del Convitto Cagnazzi mi affido alla descrizione che ne riporta il FAI sul proprio essendo (essendo esso, appunto, “luogo del FAI”).

«Il Convitto ”Cagnazzi”, già Seminario di San Domenico, è oggi sede del Liceo Classico Statale ”Luca de Samuele Cagnazzi” e dell’antica istituzione dell’Archivio Biblioteca Museo Civico.

Concepito nella metà dell’800 dal progettista Luigi Castellucci, venne realizzato con la trasformazione dell’antico convento di San Domenico, costruito nel ‘500. L’Archivio Biblioteca Museo Civico nacque grazie all’azione del mecenate conte Celio Sabini, che assieme al direttore onorario della Biblioteca Comunale di Altamura nel 1946 auspicava la nascita di un archivio in grado di raccogliere i documenti esistenti, recuperarne di nuovi, costituire una raccolta completa e viva e dotare Altamura di un centro studi.

Nel novembre 1948 nacque l’ente Archivio Biblioteca Museo Civico. La struttura dello storico Liceo Classico ospita nei suoi sottotetti circa 120 nidi di falchi naumanni, specie protetta e particolarmente numerosa nell’Alta Murgia, la cui tutela è stata promossa da un progetto di conservazione PON 2007-2013 ”A scuola con i falchi”.

All’interno della scuola è presente un importante laboratorio di strumenti scientifici, eredità del ”Gabinetto di fisica” istituito da Luca de Samuele Cagnazzi negli anni 40 dell’800. Il laboratorio è dotato di un patrimonio di strumenti costantemente aggiornato nei decenni, i più antichi dei quali risalenti al 700. La collezione rappresenta un patrimonio di particolare valore culturale.»

Chi scrive è Carlo, il figlio del destinatario, il professor Giuseppe De Socio (eventuali note biografiche sono le benvenute, personalmente non ho trovato nulla).
Le ragioni che hanno mosso Carlo a prendere la penna per scrivere al padre sono presto spiegate dalla lettura del testo.

«Carissimo papà,
avvicinandosi le vacanze Pasquali e desiderando di trascorrerle a Bari ti prego di scrivere al Signor Preside con il rispettivo danaro per il viaggio.
Come ti scrissi nell’illustrata, ho incominciato a prendere le lezioni private e ti posso promettere che cercherò di rimediare al poco studio di questi scorsi mesi. La signora di Matematica non mi ha più interrogato perché non c’è stato tempo e quindi il voto è rimasto lo stesso, ma ora che ho l’aiuto del professore cercherò di trarre profitto e quindi riportare una buona promozione. Ho ricevuto due lettere da nonna di Melizzano nelle quali mi diceva che la sua venuta a Bari era impossibile perché aveva paura del viaggio lungo. Saluta Michelangelo, Enza, Raffaele ed Ennio, nonna e mamma. Con la speranza di poterti presto riabbracciare mi firmo tuo aff.mo figlio Carlo.»

Calligrafia elegante, curata, tutto ordinato, tutto politically correct, non trovate?
Certo, Carlo mica ha detto “ti posso promettere che rimedierò“, ha detto “ti posso promettere che cercherò di rimediare“…
E’ quel “cercherò” che fa vacillare la fiducia… tra l’altro ripetuto più avanti, “cercherò di trarre profitto“… Come se mettesse le mani avanti, come se si parasse.

Cioè… Se non hai studiato, se i tuoi genitori ti pagano la retta di un convitto prestigioso, se addirittura chiedi soldi per tornare a Bari per le vacanze di Pasqua, tu non devi dire “cercherò di rimediare“, devi dire “rimedierò” senza se e senza ma!
E non solo devi dirlo, devi anche farlo!

Una piccola nota per quanto riguarda la nonna che non viene a Bari perché il viaggio è lungo.
In effetti, Melizzano è un piccolo borgo in provincia di Benevento, molto prossimo a Caserta, che dista da Bari (con la viabilità odierna) 230 km, tragitto che si riesce a coprire (sempre con la viabilità odierna) in due ore e mezza circa.
Quindi, nulla di che…
Ma, appunto, con la viabilità odierna! Con le strade di allora di certo occorreva molto ma molto di più, e la nonnina non se la sentiva di affrontare il viaggio. Come biasimarla?

Ultima nota. Se vi state chiedendo il significato di quel timbrino con due semilune e un 6 al centro, quello è il timbrino del portalettere. Nei centri più grandi i portalettere erano dotati ciascuno di un proprio timbrino da apporre obbligatoriamente sulla corrispondenza in consegna. Se quindi avevi subito un disservizio sapevi con chi dovevi lamentarti.
Altri tempi…

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