VERGOGNA!

VERGOGNA!

Ci troviamo a Sesto Calende, popolosa città della provincia di Varese situata al margine meridionale del Lago Maggiore nel punto in cui il Ticino esce dal lago per proseguire il suo percorso da affluente del Po.

In base all’ultimo censimento la città è popolata da oltre 11.000 residenti, ma all’epoca del documento postale di cui racconteremo oggi gli abitanti erano meno della metà, intorno a 4.500. Segno indicativo, questo, dell’incremento demografico che ha accompagnato la località negli anni.

Ci troviamo infatti nel 1890, e precisamente il 20 maggio. Piero (o almeno così mi sembra di leggere dalla grafia non certo semplice del mittente) scrive una cartolina al suo amico Federico.
La cartolina viene postalizzata il giorno dopo, 21 maggio, ed è diretta a Foggia.

Fino a non molto tempo fa scrivere una lettera o una cartolina era una cosa normalissima dal momento che era l’unico (o il principale) mezzo per comunicare. Un tempo con le missive ci si dava appuntamento dalla mattina a mezzogiorno; se si scriveva e non si riceveva risposta ci si preoccupava; le levate delle lettere dalle cassette avvenivano più volte al giorno, così come più volte al giorno avveniva la distribuzione.

Altri tempi, certo. Oggi se avviene un rovinoso terremoto la prima preoccupazione è di installare colonnine per ricaricare i cellulari; un tempo, l’urgenza era di installare un ufficio postale mobile provvisorio.

I tempi sono ovviamente cambiati, e certamente in meglio perché usufruiamo delle tecnologie e dei comfort che qualche decennio fa i nostri padri li sognavano solamente. Però è necessario ricordare tutto ciò altrimenti non comprenderemmo la cartolina di oggi.

Ma vediamo cosa scrive Piero.
«Caro Federico,
aspetto risposta alla mia lettera ed alla mia cartolina. Vergogna! Ti sei proprio dimenticato degli amici??
Piero.»

Inequivocabile messaggio!
Ma al di là della vergogna cui Federico dovrà necessariamente sottoporsi (Federico, ti tocca!!), c’è da evidenziare un aspetto non marginale.

Piero non si pone minimamente il dubbio che Federico non abbia ricevuto la sua lettera e la sua cartolina: lo da per scontato.
Mica chiede se ha ricevuto o meno.
No.
Lo dà per assodato!

E questo perché all’epoca la posta, essendo l’unico mezzo per comunicare tra le persone, era considerata una cosa seria, quasi sacra.
Non che oggi non lo sia, però all’epoca un portalettere avrebbe affrontato anche l’uragano Katrina pur di consegnare una cartolina (oggi qualche dubbio oggettivamente ce l’avrei…)

Insomma, dopo questa terza missiva, Federico avrà finalmente risposto?

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