HO LE SPALLE SPELATE!

HO LE SPALLE SPELATE!

Anche questa estate l’abbiamo ormai archiviata.
Le temperature sono scese, le scuole hanno riaperto, il lavoro è ripreso a pieno regime, si vendemmia e tra poco si fa anche l’olio. L’autunno sta per arrivare.

Ma gli effetti degli eccessi estivi si vedono ancora!
C’è chi ha messo su qualche chilo, e c’è chi si è fatto una bella abbronzatura che durerà ancora qualche mese.
Ma soprattutto l’estate rimarrà indelebile nei ricordi dei piccoli che si sono divertiti un mondo!

Ce lo ricorda in particolare la cartolina oggetto dello sfizio di oggi, esplicativa già nel lato illustrato dove sono presenti cinque bimbetti indaffarati a costruire un castello di sabbia sulla spiaggia di Rimini.

Fattura della foto (formato grande, senza cornice bianca, bordi seghettati, fotografia non lucida) e caratteristiche dei costumi da essa ripresi ci inducono a dire che si tratta di una foto di fine anni ’40. Non a caso, venne spedita da Rimini il 9 luglio 1950, destinazione Crema (provincia di Cremona).

Ma anche se l’immagine ripresa nel lato illustrato ci fa tanto sorridere di tenerezza, quel che più ci interessa è, come al solito, nel messaggio del mittente. Lo riporto per intero.

«Cara nonna e cari zii. Se voi sapeste quanto mangio, come sto bene e come mi diverto! La mamma deve gridare per farmi uscire dall’acqua perché mi piace così tanto imparare a nuotare! Però ho le spalle spelate per il sole che prendo scioccamente mentre faccio il bagno. Sono andata già a Gradara, a Viserba e a Riccione: che posti meravigliosi! Ti mando tanti baci la vostra Marina.»

La calligrafia, rotonda e uniforme, è evidentemente da bimbetta. Marina la immagino tra 5 e 10 anni, non di meno e non di più.

Dice che Gradara, Viserba e Riccione sono posti meravigliosi, ma è chiaramente un’assoluta bugia: non le importerà nulla di Gradara! Lo dice per compiacere la mamma, ma a lei interessa soltanto stare a mollo!

Le stesse spalle spelate dal sole che “scioccamente” prende mentre sta in acqua: è chiaro che non lo pensa assolutamente ma che riprende un rimprovero della mamma facendolo fintamente suo, sempre per compiacerla.

E, infatti, a mo’ di ‘cappello’ del messaggio della bimbetta, un «Saluti cari Lina» è una sorta di “Visto per censura”, di approvazione, di check effettuato senza riscontrare alcun errore.

Forse un recondito e incosciente retaggio della guerra appena terminata in cui la censura era stata la protagonista quotidiana delle vite di tutti gli italiani.
Siamo nel 1950, l’Italia sta faticando non poco a riprendersi. C’è tanta voglia di vivere, entusiasmo, gioia, ma siamo comunque una nazione sconfitta e con questa verità occorre fare i conti tutti i giorni.

Ce lo ricorda il bollo postale, quello che in gergo tecnico viene chiamato “annullo meccanico a targhetta”, un annullo che viene apposto meccanicamente, in modo automatico, e che riporta un messaggio pubblicitario, promozionale, celebrativo, commemorativo.

In questo caso, la targhetta pubblicizza l’ERP, l’European Recovery Program, meglio noto come Piano Marshall (dal nome del segretario di Stato USA George Marshall che lo annunciò il 5 giugno 1947 con un discorso all’Università di Harvard), un piano di aiuti politico-economici statunitensi per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale consistente in uno stanziamento di oltre 12,7 miliardi di dollari.

Ma tutto questo Marina lo ignorava.
A lei importava soltanto rimanere in acqua il più possibile.
Quasi a lavare di dosso tutti gli orrori della guerra.
Come è giusto che fosse per una bimbetta.

Riproduzione riservata.

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