AMORE ETERNO… ED ECONOMICO!

AMORE ETERNO… ED ECONOMICO!

Oggi si usano ancora i telegrammi?
E di solito quando si usano?
Secondo una recente ricerca di Money.it, oggi in Italia vengono inviati circa dodici milioni di telegrammi ogni anno. Non l’avreste mai detto, vero?

Una cifra che potrebbe stupire ma in effetti il telegramma rimane un modo formale, veloce e rispettoso della privacy per comunicare con poche parole la propria partecipazione a eventi importanti quali un anniversario, un compleanno o (soprattutto) un lutto.

Un tempo era possibile spedire un telegramma unicamente recandosi in un ufficio postale, mentre oggi è possibile farlo anche online o telefonicamente. E oggi è sicuramente più economico.

Quanto sarebbe infatti costato a Rina, la protagonista del nostro ‘sfizio’ di oggi, inviare un telegramma al suo Gino il 31 marzo 1947?
Ma andiamo con ordine.

Rina abita a Riccia, un piccolo paese a vocazione agricola in provincia di Campobasso. Rina è innamorata di Gino che, in quel momento, si trova a Roma presso la Scuola Allievi ufficiali e sottufficiali di P.S. in via Guido Reni.

Il messaggio sulla cartolina è abbastanza formale, composto, degno di una signorina perbene:
«Nella ricorrenza della Santa Pasqua invio i migliori auguri di ogni bene. Rina.»

Sin qua, ci fa piacere per Rino, ma insomma, niente di speciale da ‘meritare’ uno sfizio.
La sorpresa stavolta sta sul lato illustrato della cartolina.

I cultori della cartolina chiamano questa tipologia di cartoline “a valigetta”, e sono oggetti molto ricercati. Di solito, all’interno della cosiddetta “valigetta” si trovano vedute aggiuntive della città raffigurata nell’illustrazione principale, ma in questo caso la presenza della valigetta serviva a tutt’altro.

Apriamo infatti la valigetta con su scritto “TELEGRAMMA”, e scopriamo l’interno:
«TELEGRAMMA URGENTE
IL MIO AMORE SARA’ ETERNO»
A cui Rina aggiunse di suo pugno:
«Rina tua»

Bellissimo messaggio che intenerisce il cuore…
Dolce, Rina…

Non un vero telegramma quindi, ma lo ricorda.
E, soprattutto, se lo ricorderà Rina perché per spedire questa cartolina ha speso 4 Lire per il francobollo necessario a coprire la tariffa in quel momento, mentre se avesse spedito un vero telegramma avrebbe speso quasi venti volte di più!

In base alle tariffe vigenti in quel momento, infatti, Rina per spedire un telegramma fuori distretto di 7 parole avrebbe dovuto spendere 70 Lire.
Il tariffario in vigore in quel momento era determinato dal Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 16 marzo 1947, n. 147 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.74 del 31.3.1947, stesso giorno di spedizione della cartolina!), in vigore però dal 25 marzo.

In base a questo tariffario, infatti, ogni parola di un telegramma urgente inviato fuori distretto costava 10 Lire.
E tra 4 e 70 Lire c’è in effetti una bella differenza! Anche se, va detto, ovviamente parliamo di due oggetti postali totalmente diversi, è ovvio.

A parte queste disquisizioni tecniche, quel che rimane davvero è il messaggio di Rina, di un amore puro, incondizionato, totale.

Ultima nota. Rina non è la donna raffigurata sulla cartolina. Non si tratta di una foto cartolina di natura privata, ma di una cartolina illustrata prodotta in serie dalla nota ditta Cesare Capello Milano, in sigla “Cecami”, come riportato nel loghino in basso a sinistra sul lato dell’indirizzo.

Nata nel 1908 a Milano come stabilimento di arti grafiche, la Cesare Capello il 2 aprile 1937 depositò il marchio “Foto brillante”, come infatti appare in logo sul lato illustrato in basso a sinistra.

E’ tuttavia un’immagine evocativa del messaggio che la cartolina porta con sé, e Rina non ne sarà stata tanto gelosa…

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