
Nicola Maiaroni Lager Haid, Baracca 17, Stanza 2 Posta ans felden ober Danau Linz Germania
Ufficio postale del campo sul Danubio di Linz, Germania. L’Austria era già stata invasa dalla Germania, per cui Linz non era più in Austria, ma in Germania. In Austria venne installato il primo campo di concentramento al di fuori dei confini geografici tedeschi: il campo di Mauthausen, a 25 km da Linz. La sua fama lo precedeva. E non soltanto per le camere a gas, ma per i metodi crudeli e disumani con cui i 200.000 esseri umani che da lì passarono ebbero a subire. Più di metà di essi non fece mai ritorno a casa. Dal 1943 in poi vennero costruiti diversi campi satelliti, tutti afferenti al campo principale di Mauthausen. A Linz vennero aperti tre campi: Linz I dall’11 gennaio 1943 al 3 agosto 1944, Linz II dal 21 febbraio 1944 al 5 maggio 1945, e Linz III dal 26 maggio 1944 al 5 maggio 1945. Evidentemente, la missiva di Assunta era diretta al Linz I. E, difatti, il Linz I era ubicato proprio in prossimità delle sponde del Danubio, a sud-est del centro abitato della città austriaca. Che si faceva al Linz I? Si lavorava. Perché sprecare, infatti, tutta quella forza lavoro? Perché sprecare il gas o i proiettili quando si poteva farli morire di fame e di fatica? Anzitutto, i prigionieri dovettero costruirsi gli alloggi. Nel frattempo, vennero impiegati nella costruzione anche di una strada e soprattutto come manovalanza nelle acciaierie Reichswerke “Hermann Göring” a produrre pezzi per carri armati. Il 25 luglio 1944 il campo viene bombardato da aerei americani, e i prigionieri che sopravvissero alle bombe vennero trasferiti al Linz III, e il Linz I definitivamente chiuso, come detto, il successivo 3 agosto. Una volta terminata la guerra, il capo del campo Linz I, SS Obersturmführer Fritz Miroff, venne condannato a morte da un tribunale militare americano e impiccato. Il capo dell’appello, SS Oberscharführer Hermann Sturm, venne invece condannato a 20 anni di reclusione. Ma era possibile scrivere a un prigioniero in un campo di concentramento? Sì, era possibile, così come era possibile per il prigioniero scrivere una missiva al massimo due volte al mese, a patto che utilizzasse i moduli prestampati e che scrivesse rigorosamente in tedesco. Il punto è: il prigioniero avrà mai ricevuto la missiva? E su questo più di un dubbio viene spontaneo. La lettera all’interno della busta non c’è. Peccato. O, forse, normale. O, forse, meglio. Chissà quali dolori e quali sofferenze celava. Tuttavia, la lettera di Assunta molto probabilmente in Germania ci arrivò. Sul retro della busta troviamo infatti i segni della censura italiana, mentre lateralmente i segni dell’apertura della censura tedesca O.K.W. Dove abbia operato la censura tedesca ovviamente non è possibile saperlo, se in Italia o in Austria. Molto probabilmente all’arrivo, in Austria, ma non ne posso avere la certezza. Quel che è certo, invece, è che un pezzo di strada quella missiva l’ha fatto sicuramente. Infine, la domanda che vi starete facendo, a questo punto: ma Nicola è tornato a casa o no? Ho cercato Maiaroni Nicola in tutti gli elenchi che ho potuto consultare, sia elenchi generali che di persone che sono tornate a casa dai campi di Mauthausen o delle persone che risultano lì sepolte. Non l’ho trovato da nessuna parte. Sembra svanito nel nulla. Io spero solo che non sia svanito lungo la canna di un camino… «Son morto con altri cento Son morto ch’ero bambino Passato per il camino E adesso sono nel vento Adesso sono nel vento Ad Auschwitz c’era la neve Il fumo saliva lento Nel freddo giorno d’inverno E adesso sono nel vento Adesso sono nel vento» (Francesco Guccini) Riproduzione riservata.