LA PREGO DI GRADIRE…

LA PREGO DI GRADIRE…

Il compleanno è stato un festeggiamento per lungo tempo ritenuto pagano in quanto legato all’idolatria. I primi a festeggiare il genetliaco furono infatti i faraoni egizi, ma la situazione non cambiò nemmeno con Greci e Romani: significativa la festa del Dies Natalis Solis Invicti, dedicata alla nascita del Sole, istituita da Aureliano nel 274.

Al contrario, l’onomastico è una ricorrenza strettamente legata al Cattolicesimo. Tutte le persone il cui nome coincide con quello del Santo o della Santa del giorno del Calendario liturgico, quel giorno festeggiano l’onomastico.

L’origine della ricorrenza non è molto chiara, ma di fatto non si può non notare che la parola stessa “onomastico” derivi dal Greco ὀνομαστικός, “atto a denominare, relativo al nome”. L’onomastico, infatti, viene celebrato sin dal Medioevo non solo nei paesi di religione cattolica ma anche nei paesi ortodossi.

Oggi è tradizione consolidata fare gli auguri per l’onomastico di una persona.
Il Sig. Giuseppe, protagonista del documento postale che vediamo oggi, ha però un tantinello esagerato.

La cartolina parte da Giardini (Messina) il 28 giugno 1947. Arriva a Catania, dove è indirizzata, il giorno dopo, come attesta il bollo a onde dell’ufficio Catania Centro.
Qui però si accorgono che la cartolina non è sufficientemente affrancata.

Erano anni, quelli, del dopoguerra, della ripresa economica, e i prezzi, così come le tariffe postali, aumentavano vertiginosamente in poco tempo.
La tariffa postale di questa cartolina era infatti 3 Lire sino al 24 marzo 1947, mentre al 25 marzo (e sino al 31 luglio) fu di 4 Lire (per poi aumentare ancora, a 8 Lire).

Mancava quindi 1 Lira all’affrancatura, e in accordo ai regolamenti postali vigenti la cartolina venne tassata per il doppio dell’affrancatura mancante, ovvero per 2 Lire.
Il 30 giugno vennero quindi applicati quattro segnatasse da 50 centesimi bollati dal “Catania Corrisp. Pacchi – Tassate”, e la cartolina inoltrata al destinatario, gravata appunto dalla tassa di 2 Lire da incassarsi dalle mani del destinatario.

Come è possibile osservare, il messaggio sulla cartolina che il Signor Giuseppe inviò al destinatario, Dott. Avv. Paolo, recitava così:
«Sig. Avvocato, La prego di gradire l’omaggio dei miei migliori sentimenti e i voti più sinceri in occasione del Suo Onomastico. Con tutto rispetto, mi confermo devotissimo, Giuseppe.»

Linguaggio affettato, termini melliflui e salamelecchi a vagonate saranno stati sufficienti a far smaltire all’avvocato l’incombenza del pagamento delle 2 Lire di tassa?

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