DALL’OFFICINA POSTALE DI LENTINI E’ TUTTO, PASSO E CHIUDO!

DALL’OFFICINA POSTALE DI LENTINI E’ TUTTO, PASSO E CHIUDO!

L’arte del pretesto, dell’accampare scuse, del minimizzare o ridimensionare una situazione, è un’arte sopraffina che non ha luogo né tempo.

Prova ne è il documento di oggi, un piego spedito il 28 settembre 1857 dall’Officina Postale di Lentini, provincia di Siracusa, e indirizzato all’Amministratore Generale delle Poste e Procaccia di Palermo.

Chi scrive è Carmelo Maci, ufficiale postale di Lentini, e scrive in merito a una lamentela pervenuta a Palermo ed evidentemente presentata da un utente in merito al ritardo di consegna di una missiva.
Leggiamo il testo.

«In continuazione del mio precedente foglio del 21 lav.e di #132 ed in replica al di lei venerato foglio del 24 lav.e di #2161, con piacere vengo a trascriverle l’Officio, ieri pervenutomi dall’Uffiziale Postale di Siracusa, scritto così:
“Per causa del tramutamento della Guarniggione Militare di questa Real Piazza, ebbe luogo momentaneamente il disguido dell’Ufficio da lei spedito per il Sig. Andruzzi, il quale essendosi poscia rinvenuto rimane perciò di nessun conto il verbale redatto sull’obbietto il dì 14 di questo volgente mese.”
Il chè ò l’onore parteciparle per la Superiore di lei intelligenza, e per mio discarico.
L’Uffiziale
Carmelo Maci»

Quindi, in poche parole, il Sig. Andruzzi si deve essere lagnato del ritardo di consegna di una missiva a lui diretta, ma tale ritardo era giustificato dalla presenza delle truppe militari in quel di Siracusa.
Pertanto, non fu colpa di nessuno.

E figuriamoci se l’Amministratore Generale di Palermo avrebbe avuto qualcosa da ridire sulla presenza dalla guarnigione militare a Siracusa!
Quante storie per un ritardo, vero?

Un’ultima nota la meritano i bolli postali presenti sul frontespizio, e non solo.
All’epoca, e sino al 1862, Lentini era un’officina di posta di III classe, sulla corsa Catania-Noto.
Il bollo ovale con fregi “LENTINI” è quello di uso comune, inchiostrato rosso, così come quello “REAL SERVIZIO” che identificava le missive ufficiali da/per un’amministrazione del Regno.

Quello decisamente meno comune è il rettangolare a spigoli arrotondati con fregi “OFFICINA POSTALE DI LENTINI”.
Paolo Vollmeir nel suo “The Postal History of Sicily” (Giulio Bolaffi, 1998) lo classifica con il numero 47 e ne indica un periodo d’uso noto tra il 1849 e il 1858.
Vincenzo Fardella de Quernfort, nel suo “Catalogo specializzato dei bolli e degli annullamenti postali. Volume III” (Zefiro, 1999), lo cita al n. D/318 e ne indica un periodo d’uso noto tra il 1848 e il 1860.

In ogni caso, si tratta di un bollo, evidentemente in uso presso l’Officina Postale di Lentini, che veniva utilizzato sul frontespizio di un piego quando se ne doveva attestare la franchigia, ovvero la spedizione esente da tassa.

Sicuramente inusuale ne è l’uso all’interno del foglio manoscritto dal momento che il diritto alla franchigia andava attestato sul frontespizio, affinché al controllo il piego non venisse gravato di tassa: all’interno non veniva visto da nessuno.

Quindi, il diligente ufficiale postale Maci deve aver utilizzato quel bollo all’interno del foglio quasi a rendere il foglio una sorta di carta intestata all’officina postale.
Peraltro, impresso benissimo.
E, così facendo, ha involontariamente creato una bella curiosità storico-postale.

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