DISPERSO O IRREPERIBILE?

DISPERSO O IRREPERIBILE?

«Come parla? Come parla? Le parole sono importanti.»
Così inveiva Michele-Nanni Moretti, portandosi una mano sul cuore dolente, contro il reporter con cui stava dialogando, in una delle scene madri di Palombella Rossa.

Ed è effettivamente così.
Perché utilizzare (esempio) “complaint” se in Italiano esiste “protesta”, “rimostranza”, “lagnanza”, “lamentela”, “reclamo”, “disturbo”, “malessere”, etc, termini che possono esprimerne ugualmente il significato ancora meglio del generico Inglese che poco si adatta ai possibili contesti?
Perché, comunque, “lamentela” è diverso da “reclamo”. Sfumature, a volte, ma che fanno la differenza.

E’ quanto è stato oggetto della cartolina che mostro oggi.
E’ il 16 aprile 1942, siamo in piena Seconda guerra mondiale, e i militari hanno in uso delle speciali cartoline che non necessitano di essere affrancate.

Santo, Brigadiere alla Guardia di Finanza di Genova, scrive a Mario, anch’egli Brigadiere ma della Guardia di Finanzia di La Spezia.
Il testo della cartolina è leggibile, ma vale la pena riportarlo.

«Carissimo Poggiarelli,
stamane ho ricevuto la tua cartolina e ti rispondo subito in merito a quanto mi chiedi.
A mio avviso ed a parere di altre tra “disperso” e “irreperibile” vi è la seguente differenza letteraria: “disperso” (sinonimo di smarrito) deve attribuirsi a persona o cosa che si spera di trovare, mentre “irreperibile” deve attribuirsi a persona o cosa che non si spera più di trovare. Quindi il termine “irreperibile” usato dal Ministero delle Finanze deve intendersi nella sua vera espressione letteraria che è diversa da quella del termine “disperso”. Comunque la vedova, data la distanza di tempo in cui venne dichiarata la dispersione, può chiedere che il nostro Comando competente le rilascia la dichiarazione di irreperibilità per poter chiedere concessione di anticipazioni sulla pensione di guerra. Per i mesi di paga non percepiti potrà rivolgersi al Comando di Batt. da cui dipendeva il marito.»

Poi un testo manoscritto su dei nastrini irrilevante a quanto stiamo raccontando.
Quindi, si trattava di questioni economiche.
E chiaramente se il marito della vedova era “disperso”, e quindi vi fosse ancora speranza di ritrovarlo, la vedova certamente non avrebbe potuto chiedere l’anticipo della pensione di guerra.
Cosa che avrebbe invece potuto fare se il marito fosse stato dichiarato “irreperibile”, come appunto aveva fatto il Ministero.

Questione di lana caprina?
Assolutamente no, questione di vita o di morte invece. A quei tempi godere di una pensione di guerra sicuramente avrebbe fatto stare più sereni, altroché!

Le parole sono importanti…

Riproduzione riservata.

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