I VALSAVOIA

I VALSAVOIA

Appena al di fuori del territorio urbano di Lentini (Siracusa) c’è una contrada che porta un nome importante: Valsavoia.
Si potrebbe pensare che l’origine di questo nome abbia qualche attinenza con la casa torinese dei Savoia, ma in realtà così non è.

Il feudo di Valsavoia, o Valsavoja, trae origine direttamente in terra sicula, nel 1763, quando Ferdinando III di Sicilia investì il nobile Carlo Gravina-Cruyllas La Valle e Scammacca del titolo di “Principe di Valsavoia”, assegnandogli una parte del feudo di Armiggi (sempre in territorio di Lentini).

Per chi volesse approfondire la lunga storia e la complessa genealogia, rimando all’ottimo sito www.valsavoia.com.

Dallo stesso sito si apprende che il nome del titolo principale è stato indicato nel tempo in diversi modi, tutti validi: Val di Savoia, Val di Savoja, Valle di Savoja, Valdisavoia, Valdisavoja, Valsavoia e Valsavoja, anche se oggi si usano principalmente gli ultimi due.

Al nome dei Valdisavoja è legato l’Istituto Agrario Siciliano che venne fondato dal principe Giuseppe Gravina-Cruyllas di Valdisavoja attraverso il suo testamento del 21 settembre 1880 (e relativi codicilli del 7.12.1880, 24.1.1881, 8.9.1881, 22.9.1881 e 9.9.1883), con sede a Catania.

Molte delle informazioni di questo ‘sfizio’ sono facilmente riscontrabili non soltanto nella letteratura corrente (e a tal proposito suggerisco la lettura di Giuseppe Lo Giudice, “L’Istituto Agrario Siciliano Valdisavoja di Catania, dalle origini agli anni Trenta“. Dipartimento di Studi Politici, 1989, Catania) ma anche più semplicemente sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.230 del 4 ottobre 1899 dove è riportato lo Statuto organico dell’istituto approvato dallo Stato con Decreto n.LXI del 27 febbraio 1896.

Il principe di Valdisavoja nel suo testamento indicò anche chi avrebbe dovuto governare l’istituzione, ovvero una commissione amministrativa e di vigilanza secondo l’articolo 4 dello Statuto così composta:
– Arcivescovo di Catania, presidente
– Prefetto della provincia
– Sindaco della città
– Professore di Agraria nella Regia Università di Catania
– Professore di Botanica id.
– Professore di Economia politica id.
– Professore di Meccanica razionale e Geodesia teoretica id.
– Professore di Fisica sperimentale id.
– Professore di Geologia e Mineralogia id.
– Professore di Fisico-Chimica id.
– Professore di Chimica generale id.

L’istituto aveva il compito di promuovere il progresso e il miglioramento dell’agricoltura della Sicilia, e in particolare della provincia di Catania, attraverso una scuola pratica con Convitto di giovani contadini siciliani, laboratori e campi sperimentali in aziende, conferenze pubbliche e corsi.

Attrasse diversi giovani della provincia di Catania in quanto accordava grandissime facilitazioni, quali vestiario e corredo gratuiti, posti gratuiti o rette «tenuissime» (Silvana Cassar, “Il polo calatino e la diffusione delle conoscenze agrarie nella Sicilia orientale (1870-1920)“).

E difatti l’agricoltura, l’istituto, la promosse eccome.
Il pezzo che mostro oggi è un piego spedito dall’istituto il 28 giugno 1906 e indirizzato al Sindaco del comune di Camporotondo Etneo.
E’ verosimile pensare che simili pieghi siano partiti all’indirizzo di tutti i Sindaci dei comuni della provincia di Catania (almeno).

All’interno del piego troviamo la stampa della missiva con la quale il direttore dell’istituto, Emanuele De Cillis, invitata a servirsi delle analisi offerte dal Laboratorio di Chimica Agraria, anche al fine di «contribuire con tutte le sue forze all’incremento di questa Istituzione, sorta appunto per venire in aiuto dell’Agricoltura siciliana».

Lo stesso De Cillis è il curatore di una raccolta di saggi (Il Bersim o trifoglio alessandrino; Sopra una nuova formola di siderazione per i paesi aridi; Due anni di prova con il sistema Ferla; I nuovi concimi azotati nell’agricoltura nostra; Prove diverse con calciocianamide; L’humifera come concime; etc) edita nel 1909 per i tipi di Galatola (Catania) in cui si relaziona dell’attività dell’istituto negli anni 1906-1908.

Oggi il palazzo sede dell’istituto esiste ancora e ospita una scuola paritaria che dell’istituzione originaria ha mantenuto il nome.

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