INVIATE NOTIZIE ALL’ISTITUTO ANTIRABBICO

INVIATE NOTIZIE ALL’ISTITUTO ANTIRABBICO

La rabbia è una malattia virale di infiammazione acuta del cervello che può colpire sia l’uomo che gli animali.
E’ nota dal 2000 a.C.: “rabhas”, in sanscrito, significa appunto “fare violenza”.
Ad oggi non vi è una cura efficace, tanto infatti che ancora oggi si muore di rabbia (da 25.000 a 55.000 decessi nel mondo ogni anno, nel 95% in Asia e Africa); al contrario, il vaccino è un’efficace prevenzione.
Uno dei sintomi più evidenti è l’idrofobia, la paura dell’acqua: la persona ha difficoltà a deglutire, va nel panico quando deve bere e non riesce a placare la sua sete.

Nel XIX secolo, la rabbia era considerata un vero flagello. Non era raro che una persona morsa da un cane, e quindi anche solo sospettata di essere rabbiosa, si suicidasse o fosse uccisa da altri. Fu automatico, in un’epoca di scoperte mediche e scientifiche, occuparsi anche di rabbia.

A Palermo era attivo un Istituto Municipale Antirabbico. Il pezzo che presento oggi è appunto spedito da questo istituto nel 1915 al Sindaco di Polizzi Generosa. Si rende noto al Sindaco che un suo concittadino è stato sottoposto a cura antirabbica e si invita “a scopo scientifico e umanitario” a fornire notizie mensili sullo stato di salute dell’uomo. Inoltre, si chiede di fornire notizie su eventuali altre persone che trovano la morte per idrofobia qualora non sottoposte alla profilassi.

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