IN GITA TURISTICA IN AUTOBUS

IN GITA TURISTICA IN AUTOBUS

Estate. Vacanze. Partire, partire, partire!
La bella stagione non invoglia a stare a casa. Che sia mare, collina o montagna, c’è bisogno di uscire, di stare all’aria aperta, di ricaricare le pile in vista di un nuovo inverno piovoso.

E allora eccoci alla ricerca di un volo low cost o di una location da urlo, possibilmente a poco prezzo. E quindi usiamo un app per prenotare il volo, un app per prenotare un albergo, un app per cercare un ristorante, un app per spostarci, un app per il meteo.
Siamo circondati da app!

Ma un tempo come facevano senza le app?
Ebbene vi do una notizia: facevano ugualmente anche senza app!
E non solo l’utenza (cioè chi va in vacanza) ma anche i gestori (cioè chi vi ci porta).

Lo vediamo con il documento postale di oggi, una cartolina banalissima che passerebbe inosservata in qualsiasi scatolone di materiale a 50 centesimi.

Si tratta appunto di una cartolina spedita per raccomandata il 13 agosto 1968 da Malo (Vicenza) a Trieste dove arrivò il giorno dopo.
La cartolina è regolarmente affrancata per 170 Lire, ovvero per 40 Lire (la tariffa per cartolina) e 130 Lire (la tariffa per il servizio raccomandato), tariffe in quel momento vigenti.

Il 14 agosto, però, la raccomandata non venne consegnata al destinatario, il Lloyd Adriatico di Assicurazione. Forse perché chiusi?
Dal calendario perpetuo, scopriamo quindi che il 14 agosto 1968 era un mercoledì; il 15 agosto, Ferragosto, era un giovedì; il 16 agosto, venerdì, avranno fatto ponte. E quindi la raccomandata venne consegnata lunedì 19 agosto, come attesta il bollo interno di forma rettangolare.

Tutto ok, quindi? Per niente.
Il mittente era la “Autoservizi Meneghello U.”, una ditta di trasporto persone a mezzo autobus fondata a Malo (insieme a un’officina meccanica) da Cleto Meneghello e i suoi fratelli una volta terminata la Prima guerra mondiale.

La descrizione di quegli anni ce la fornisce Luigi Meneghello, figlio di Cleto, noto scrittore e antifascista, nel suo contributo “La raffica di Johnny” (in “L’Apprendistato”, 2004):
«Mio padre e i suoi fratelli, tutti nati in un arco di dieci anni, erano stati in guerra. Mio padre, dopo sette anni di guerra, aveva messo su un’officina, con qualche autobus, che allora si chiamavano torpedoni, e qualche automobile di quelle piccole. Lui e i miei zii guidavano le macchine e facevano tutto quello che occorreva a un’impresa del genere nei primi anni Venti.»

E ancora:
«La Ditta nacque subito dopo la guerra. Avevano una piccola banca nella persona del nonno, e l’enorme capitale della gioventù, della voglia di lavorare, dell’ingegno artigiano. Non erano portati ai commerci come invece il nonno, e quindi non arricchirono mai: furono agiati ma sempre in forma precaria e pro tempore. La loro agiatezza era basata sul lavoro personale, su iniziative e avventure di piccoli imprenditori-artigiani, in principio anche sull’arrangiarsi che è tipico del tempo di guerra.»

E con questa cartolina la ditta Meneghello comunicava alla Lloyd, a fini assicurativi evidentemente, che l’autobus con targa VI24366 era in gita turistica nei giorni 14, 15 e 18 agosto.

Oggi si invierebbe un’email, o forse si accederebbe a un software gestionale collegato con la sede centrale e si inserirebbe una “task”, come dicono gli anglofoni.
Un tempo, tutti questi marchingegni elettronici non c’erano, e quindi si inviava una cartolina.

Certo, al Lloyd la comunicazione in questo caso l’hanno ricevuta quando la gita era già terminata.
Ma, come si dice: fa fede il timbro postale, no?

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