VIENI, HAI LA PARTITA DI PALLACANESTRO!

VIENI, HAI LA PARTITA DI PALLACANESTRO!

Piccolo ripassino di storia.
Nel marzo 1919 sui giornali dell’epoca apparve un comunicato che invitava i reduci e gli ex combattenti ad un’adunata a Milano: «Il 23 marzo sarà creato l’antipartito sorgeranno cioè i Fasci di Combattimento, che faranno fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra.»

Il 21 marzo, in piazza San Sepolcro, venne ufficialmente fondato il Fascio di combattimento di Milano, il cosiddetto “Fascio primigenio” nella cui giunta figurava Benito Mussolini.

Due giorni dopo, nella stessa piazza, ebbe luogo l’adunata pubblica e vennero fondati i “Fasci italiani di combattimento” il cui manifesto venne pubblicato su Il Popolo d’Italia il 6 giugno dello stesso anno.

Alle elezioni politiche del maggio 1921 il Blocco Nazionale vide eletti 35 deputati, tra cui lo stesso Mussolini, mentre due candidati furono eletti tra le liste dei Fasci italiani di combattimento.

Al terzo congresso di Roma del 9 novembre 1921 venne deciso lo scioglimento del movimento dei Fasci di combattimento e i 312.000 iscritti convogliarono nel neonato Partito Nazionale Fascista, in sigla P.N.F. o PNF, entità nata come forza politica ma presto configuratasi come «Milizia civile, agli ordini del Duce, al servizio dello Stato Fascista» (Art.1 dello Statuto del PNF pubblicato nel Regio Decreto 17.11.1932, n. 1456 – Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.268 del 21.11.1932).
La denominazione rimase tuttavia ad indicare le strutture territoriali locali del nuovo partito.

All’Art.1 dello Statuto del PNF, ovvero quello approvato con Regio Decreto 20 dicembre 1929, n. 2137 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.297 del 21.12.1929), infatti troviamo:
«Il P.N.F. è costituito da Fasci di combattimento, che sono raggruppati in Federazioni provinciali.
Il Fascio è l’organismo fondamentale, e deve raccogliere, intorno al Gagliardetto, gli Italiani più sicuri per fedeltà, per onestà, per coraggio, per intelletto.
I segretari federali, qualora ne ravvisino la necessità, sono autorizzati ad organizzare i Fasci in Sottosezioni o in Circoli rionali»

Indipendentemente da come la si pensi, questa è storia.
Premessa necessaria per introdurre il documento postale di questo ‘sfizio’, una cartolina in carta leggera (stampata dalla Tipografia Fascista di via Ricasoli!) spedita da Firenze per città nel 1939.

In realtà, non è detto che sia stata effettivamente ‘spedita’, anzi. Sulla cartolina è indicata la data in riferimento a quella del ‘timbro postale’, ma nessun bollo postale venne apposto su di essa. Molto più probabilmente, venne consegnata a mano.

Un bollo è in verità presente, ma non è postale, ed è del «G.R.F. “Dante Rossi” – Consultorato sportivo».
Di che si tratta?

I G.R.F. erano i Gruppi Rionali Fascisti, quelli indicati all’Art.1 dello Statuto sopra riportato.
Il G.R.F. “Dante Rossi” era molto noto e attivo a Firenze. Dava alle stampe un quindicinale “di vita rionale e di combattimento” dal titolo “Squadrismo“; all’epoca di questa cartolina aveva sede in via Ghibellina, ma presto si sarebbe spostato nella costruenda Casa Littoria di via dell’Agnolo, in zona Santa Croce.

In una pubblicazione promossa dal GRF per illustrare il vasto rione in sponda sinistra dell’Arno facente parte del Quartiere S. Croce, dal titolo “La Zona di Giurisdizione del G. R. F. Dante Rossi“, a cura di Milano Milani e stampata dalla Ind. Tipogr. Fiorentina il 21 aprile 1940, a detta del curatore il GRF contava in quel momento “6000 fascisti“.

La costruzione della “casa del fascio” di Firenze ebbe molta enfasi in città: fu avviata una sottoscrizione per raccogliere fondi; Vasco Pratolini, nel suo “Il quartiere“, ne descrisse le fasi costruttive.

Il progetto, definito nel dicembre del 1938 e redatto dall’architetto Raffaello Fagnoni, vide la conclusione del primo lotto di lavori su via Verdi e via dell’Agnolo con l’inaugurazione della sede il 21 aprile 1940. Il secondo lotto non venne avviato per lo scoppio della guerra. Venne invece completato nel dopoguerra, quando nel 1955 l’ex casa del fascio venne destinata a divenire sede dell’Ufficio Tecnico Erariale, dove è attualmente.

E il “Dante Rossi” a cui era intitolato il GRF?
Tra il marzo e l’aprile 1921, i Fascisti si ‘impadronirono’ di quasi tutta la provincia di Arezzo: mancava giusto la Valdichiana, roccaforte rossa dove i Socialisti avevano raggiunto un consenso quasi plebiscitario.
Città simbolo di questa zona era Foiano.

Domenica 17 aprile un convoglio di due camion di squadristi operanti a Foiano dal martedì precedente nel tentativo di far dimettere il sindaco della città cade in un’imboscata organizzata dai militanti rossi. L’autista del primo camion, Dante Rossi, muore sotto i colpi dei fucili; il camion sbanda, finisce in un fosso, i Fascisti scappano, ma due di loro rimangono uccisi.
La sera stessa inizia la rappresaglia che terminerà il martedì successivo. Nove saranno gli Aretini che moriranno per la vendetta fascista.

Ma la nostra cartolina è interessante per altri aspetti.
Come è intuibile da parte del bollo circolare “Consultorato Sportivo”, ma molto più dal testo, la cartolina ha a che fare con lo sport.

In particolare, è un richiamo per il destinatario, la fanciulla Giuliana, a presentarsi presso la Palestra Barbicinti (in Croce) il 29.1.1939 (non a caso era una domenica) alle ore 8.30 non “per urgenti comunicazioni che la riguardano” (come normalmente si chiedeva con cartoline del genere) ma per «partita Campionato Pallacanestro».
Quindi, la destinataria della cartolina era una giocatrice di basket!

Il campionato di Divisione Nazionale di pallacanestro femminile 1939-1940 fu l’undicesimo organizzato in Italia (il primo fu nel 1930).
Le sedici squadre che vi presero parte erano divise in quattro gironi da quattro squadre ciascuno.

Per la cronaca, il “Gruppo Universitario Fascista Firenze – Palestra Barbicinti” fu inserito nel Girone A insieme a “G.U.F. Napoli – Campo Littorio”, “G.U.F. Palermo – Campo Villa Garibaldi” e “S.S. Parioli, Roma – Circo Massimo”.

Con Napoli vinsero l’andata il 17.3.1940 (20-15) ma persero al ritorno il 21.4.1940 (11-38). Con Palermo vinsero sia all’andata il 31.3.1940 (21-15) che al ritorno il 2.6.1940 (18-10). Con Roma persero entrambe le gare, all’andata il 24.3.1940 (15-24) e al ritorno il 19.5.1940 (19-24). Si classificarono così al terzo posto del girone e non proseguirono nel Campionato.

Per il regime fascista lo sport non era soltanto un completamento della formazione del giovane, ma doveva essere proprio uno stile di vita: essere sani, robusti, vigorosi, oltre che di razza ariana, etc etc.
Il ‘celodurismo’ non si è inventato nulla…

Va anche precisato che la formazione dei giovani era di competenza dell’Opera Nazionale Balilla sino al compimento dei 18 anni, poi passava al Fascio di combattimento.

I ragazzi (‘Avanguardisti’) e le ragazze (‘Giovani fasciste’) dai 18 ai 21 anni dovevano ogni sabato partecipare al sabato fascista, continuando l’istruzione premilitare marciando in piazza o negli spazi a loro riservati dai gruppi rionali fascisti.
Giuliana, quindi, era una ‘Giovane fascista’.

Ultime informazioni riguardano la Barbicinti.
La Palestra Barbicinti, tuttora esistente all’interno del Liceo Statale Pascoli, fu costruita nell’anno 1929 ed inaugurata nell’ottobre 1930.

Nel gennaio 1931 venne intitolata al tenente Danilo Barbicinti (a volte scritto staccato, Barbi Cinti), aviere originario di Venezia che aveva partecipato alla “Crociera aerea transatlantica” Italia-Brasile organizzata da Italo Balbo con 12 idrovolanti Savoia-Marchetti S.55A, e con partenza da Orbetello 17 dicembre 1930 e arrivo a Rio de Janeiro il 15 gennaio 1931.

In particolare, il ten. Barbicinti faceva parte dell’equipaggio della Squadriglia Bianca “I-BOER” comandata dal Cap. Luigi Boer, insieme a S.M. Ercole Imbastari e Serg. Felice Nensi.

Al decollo della tappa più lunga, 3.000 km in sorvolo dell’Atlantico, da Bolama (Guinea portoghese) a Natal (Brasile), la notte del 5 gennaio 1931 due distinti incidenti coinvolsero i velivoli “I-RECA” (che si schiantò al decollo, perse la vita il sergente Fois) e “I-BOER”: quest’ultimo si incendiò 12 minuti dopo il decollo, e l’intero equipaggio perse la vita.

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