QUESTIONE DI CORNA FU!

QUESTIONE DI CORNA FU!

Cosa non è mai accaduto nella storia per un tradimento?!
Che sia la donna o l’uomo a tradire non importa. Ma per un tradimento sono avvenuti omicidi, sono fallite imprese, sono scoppiate guerre.
Fino a non molto tempo fa, il delitto d’onore veniva persino tollerato, come se il tradimento fosse una macchia da smacchiare e non un problema di fondo della coppia.

Nel Codice penale Zanardelli (Regio Decreto 30 giugno 1889, n. 6133) l’uxoricidio per tradimento era punito non con l’ergastolo ma con una pena da 1 a 5 anni.
Una bell’attenuante, no?
E ciò valeva sia per gli uomini che per le donne che commettevano il delitto.

Poco cambiò con il Codice Rocco (Regio Decreto 19 ottobre 1930, n. 1398), dove sostanzialmente si ribadirono le stesse attenuanti (da 3 a 7 anni) ma solo per gli uomini autori del delitto d’onore.

Soltanto nel 1968 si abolì il reato di adulterio, e soltanto con la Legge 5 agosto 1981, n.442 “Abrogazione della rilevanza penale della causa d’onore” vennero abrogate tutte le attenuanti del delitto d’onore.

Assolutamente nella norma apparirà quindi il documento di oggi, una missiva spedita da Fabbrico il 23 marzo 1811, indirizzata al Giudice di Pace di Correggio, e che non reca segni postali in quanto molto probabilmente consegnata a mano da un messo.
Nella missiva leggiamo:

«Regno d’Italia
Fabbrico, 23 Marzo 1811
Al Sindaco Comunale f.f. di Commissario di Polizia
Al Sig. Giudice di Pace in Correggio
Atteso la notoria condotta morale della Santa Cavazzoni ora qui domiciliata, moglie di Domenico Giavarini, prima di rescrivere la di lui petizione, della quale ne accludo copia, ho creduto conveniente di sentire in proposito il savio di Lei consiglio e parere, trattandosi di una Femmina stata più volte soggetta alla sorveglianza della Polizia. La prego pertanto volersi compiacere di farmi conoscere qual spediente debbasi adottare contro di costei in attenzione. Di che passo all’Onore di riverirla distintamente.
Alessandro Marani
Lino Giovanardi Seg…»

Così come riportato nel testo, all’interno del piego vi è infatti un secondo piego con la deposizione del marito Domenico.

«Regno d’Italia
Fabbrico Dieci Marzo Mille ottocento undici
Al S.r Sindaco Comunale facente funzione di Commissario di Polizia per tutti gli effetti di Legge.
Denuncia Domenico Giavarini di detto Comune di aver ritrovato la di lui moglie Santa Cavazzoni serrata nella camera di sua abitazione in Fabbrico con Luigi Pirretti di detto Comune il giorno Ventuno 21 dello scorso Settembre circa l’ora decina pomeridiana, come può certificarlo Luigi Foresi di qui. E che nel giorno dieci Marzo sudetto alle ore una pomeridiana ritrovò la medesima con certo Giuseppe Cartellani di Campagnola rinchiusi in una camera del S.r Patrizio Zeman ad uso di Osteria, ed ambidue nei modi e forme le più indecenti, e di avere presso di se il ca[p]pello dell’annunciato Cartellani.
Invita quindi la di lei sperimentata saggiezza onde far fronte ad una tal pessima condotta, e per evitare gli scandali e gli inconvenienti al proprio individuo.
Cro X ce del Suddetto Domenico Giavarini, illitterato che afferma quanto sopra.
Girolamo Cascini vidi il Sud.to Giavarini Domenico a firmarsi con segno di croce questo dì dieci Marzo mille ottocento undici.
Luigi Soprani fui testimonio col Cascini.
Leone Menozzi [???] di Commissione.
Per copia conf.
Giovanardi.»

Hai capito la Sig.ra Santa? Se la spassava beatamente da un letto a un altro!
Per Domenico questione di corna era!
E pure belle lunghe!

E se forse il 21 settembre Domenico c’era passato sopra, il 10 marzo scoperta la moglie nuovamente a letto con un altro non ne poté più, e decise di mettere fine a quella storia, denunciando il giorno stesso l’accaduto!

Come risolvere adesso la questione?
Poteva Domenico mettersi a uccidere tutti gli amanti della moglie?
Questione delicata, era.
Ecco perché vennero sentiti i pareri del Sindaco facenti funzione di Commissario di Polizia e del Giudice di Pace.

Che espediente trovarono per risolvere il problema non è dato sapere.
Non sapremo quindi mai se Domenico sarà rimasto cornuto e mazziato (è proprio il caso di dirlo) o avrà avuto giustizia.
In ogni caso, gli giunga (sebbene con 200 anni di distanza) un gesto di comprensione e solidarietà.

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