GUIDO LEVI, MEDICO, ANTIFASCISTA, A TUNISI

GUIDO LEVI, MEDICO, ANTIFASCISTA, A TUNISI

Del confino politico ce ne siamo occupati in lungo e in largo. Abbiamo visto le più importanti e numerose colonie confinarie, sia sulle isole che sulla terraferma. E abbiamo imparato a comprendere le condizioni di privazione e limitazioni che i confinati subivano.

Oggi quindi non parleremo di un luogo, ma di una persona.
Una persona il cui cognome già la dice lunga: Guido Levi.

La prima cosa che vi verrà in mente, scommetto, è: parente di Carlo Levi, l’autore di “Cristo si è fermato a Eboli”?
Dico subito no, non erano parenti. Del resto, il cognome Levi era ed è molto diffuso tra le famiglie di religione ebraica.

Il Levi di cui ci occupiamo oggi nacque nel 1896 a Tunisi dal medico Guglielmo Levi e Ines Funaro, una famiglia ebrea di origini livornesi che si era trasferita a Tunisi due anni prima.

Dopo aver completato gli studi tra Genova, Palermo e Roma, discusse nel 1920 la sua tesi dal titolo “Cause locali di sterilità nelle donne, con enfasi sulla tubercolosi“. Particolare influenza sulla sua formazione ebbero gli studi condotti con i professori Couvelaire, Mocquot (chirurgia) e Legueu (urologia).

L’anno successivo tornò a Tunisi dove si affermò come chirurgo e ginecologo, in particolare all’ospedale coloniale italiano Giuseppe Garibaldi dove fu assistente del reparto di ginecologia chirurgia e ostetricia dal 1921 al 1926, capo del reparto di medicina dal 1927 al 1931, e capo del reparto di chirurgia e ostetricia dal 1932 al 1937.

Fu anche medico dell’Associazione Italiana dei Lavoratori in Tunisia, medico dell’Unione Femminile, chirurgo dell’Ospedale Israelita di Tunisi e medico consulente della comunità israelita. Ha pubblicato un gran numero di articoli medici sul cancro, la chirurgia urogenitale e renale.

Era un noto antifascista.
A partire dal 1932 venne iscritto alla divisione di polizia politica del Ministero dell’Interno italiano, e da quel momento tenuto sotto osservazione. In uno dei rapporti inviati dagli informatori ministeriali, datato 23 febbraio 1939, venne descritto come un “pericoloso intellettuale propagandista“.

Iscritto dunque alla Rubrica di frontiera, di Guido Salomone (Salomone era il nome del nonno paterno) Levi riscontriamo la scheda 2778 del Fondo Confinati Politici conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato.

Levi era membro della sezione tunisina della Lega italiana per i diritti dell’uomo (LIDU), dell’Union Démocratique Franco-Italienne e della Lega degli ebrei italiani contro il razzismo, nonché amico e collaboratore del fondatore della LIDU, Luigi Campolonghi.

Dopo l’occupazione tedesca della Francia fu al fianco degli antifascisti perseguitati, in particolare Ottavio Abbati, internato a Tiaret (Algeria), al quale fornì lettere, medicine, denaro e sostegno morale.

Durante l’occupazione tedesca della Tunisia fu costretto a nascondersi in quanto ricercato dalle SS della Gestapo a causa della sua militanza come segretario del Partito Repubblicano Italiano in esilio.

Terminata la guerra, riprese la sua attività professionale a Tunisi e poi a Issy-les-Moulineaux, vicino Parigi, dove morì nel 1986.

E di questo ultimo periodo, del dopoguerra, è il documento che voglio mostrarvi oggi.
Si tratta di una cartolina postale spedita il 20 agosto 1946 da Lampedusa (Agrigento) a Tunisi, indirizzata appunto a Guido Levi.

La cartolina postale, originariamente di 60 centesimi, venne integrata con diversi francobolli sino a raggiungere l’importo di 10 Lire, corretta tariffa per cartoline postali indirizzate all’estero in vigore dall’1 aprile 1946 al 31 agosto 1947.

Il testo:
«Lampedusa 20 agosto 46
Caro Guido
Da dicembre, come Ella saprà, sono a Lampedusa, centro di stabilimenti (43) per la lavorazione del pesce.
Gente quiete, mite ed oltremodo buona ed onesta. Poco distante da Mahdia. Sto bene ma certamente soffro di nostalgia. Figlio [?] è venuto a vedermi ed è rimasto a Lampedusa 15 giorni. E’ assistente alla Clinica oculistica di Bologna presso il caro professor Di Marzio. Saluti carissimi a Papà, ai Calò, [???], ed a tutti gli amici e conoscenti.
I miei ossequi alla Signora.
Con affetto
Dr. Montefiore»

Un collega, quindi.
E un altro collega è colui che viene citato nello scritto, il “caro professor Di Marzio“. Non proprio un collega qualsiasi.

Trattasi infatti del dottor Quirino Di Marzio (Spoltore 1883 – Bologna 1954), luminare dell’oftalmologia, collezionista d’opere d’arte, uomo di vasta cultura, fu per lunghi anni direttore della Clinica oculistica dell’Università di Bologna.

Non essendo ‘centrale’ per il nostro contributo, rimando chi volesse approfondire la vita del dottor Di Marzio alla lunga e corposa scheda biografica su Treccani:
https://www.treccani.it/enciclopedia/quirino-di-marzio_(Dizionario-Biografico)/

Ritornando al testo della cartolina, immediatamente sotto la firma troviamo la frase:
«Appena sarà permesso l’invio di pacchi postali manderò della buona roba».
Ciò rientra nelle evidenti limitazioni legate alla guerra.

Vale la pena ricordare, infatti, che le isole di Lampedusa e Pantelleria furono i primi territori italiani ad essere interessati dallo sbarco alleato del ’43 (il 12 giugno Lampedusa passò sotto il comando inglese), e furono gli ultimi ad essere smilitarizzati a seguito dei trattati del 1947.

Va da sé, quindi, che limitazioni vi fossero nel 1946 anche a livello postale, e la frase riportata dal mittente di Lampedusa ne è la conferma.
I decreti postali emanati nel 1946 fanno infatti cenno alla possibilità che nei territori non ancora restituiti all’amministrazione italiana vi potessero essere delle limitazioni.

A titolo di esempio, citiamo l’art.2 del Decreto Legislativo Luogotenenziale 12 aprile 1946 n. 427, in merito all’aumento delle tariffe dei trasporti per pacchi postali, in vigore al momento della spedizione della nostra cartolina, che recita:
«Nei territori non ancora restituiti all’Amministrazione italiana, il presente decreto entrerà in vigore dalla data di tale restituzione o da quella in cui esso divenga esecutivo con ordinanza del Governo Militare Alleato».

Riproduzione riservata.

I commenti sono chiusi.

©2018-2023 Sfizi.Di.Posta - Riproduzione riservata - Tutti i diritti riservati | Privacy | Copyright | WordPress Theme: Chilly