TERREMOTO DELLA MARSICA: SORA PER TRE QUARTI DISTRUTTA

TERREMOTO DELLA MARSICA: SORA PER TRE QUARTI DISTRUTTA

Il 13 gennaio (quindi, tra pochi giorni ne sarà la ricorrenza) 1915 un sisma di magnitudo 7.0 con epicentro nella valle del Fucino seminò morte e distruzione: 30.159 le vittime in totale; ad Avezzano, Cappelle dei Marsi, Gioia dei Marsi e San Benedetto dei Marsi la distruzione fu pressoché totale (intensità XI della scala Mercalli).

Su questo evento esiste una corposa bibliografia e sitografia a cui rimando il lettore interessato, nonché un breve ‘sfizio’ di qualche anno fa:
https://www.sfizidiposta.it/2019/02/05/sovvenzioni-per-il-terremoto-del-1915/

Il sisma colpì non soltanto il distretto della Marsica in Abruzzo, ma anche la valle del Liri e il Cicolano nel Lazio. Centri come Arpino, Isola Liri, Sora e Veroli, pur non registrando un numero elevato di vittime (tra il 5 e il 10% della popolazione), furono gravemente danneggiate.

Queste informazioni ce le fornisce l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ma non solo: ce le fornisce anche il documento che vi mostro oggi.

Si tratta di una cartolina (il lato illustrato mostra uno scorcio del centro storico di Sora, prima del sisma evidentemente, irrilevante ai fini di questo contributo) spedita da Sora il 22 gennaio 1915 per Roma, dove arrivò la sera dello stesso giorno.

Il testo della cartolina mette i brividi:
«Giunti qui ieri nel pomeriggio. La città è per tre quarti distrutta, ma la popolazione è in gran parte salva. In tutto ci saranno un migliaio di morti. Il disastro ha quindi un aspetto assai meno tragico di quello di Avezzano. Popolazione simpatica, intelligente, attiva. Oggi piove: giorno triste. Ho dormito in un compartimento di 2° classe, benino. Mi fermerò anche stanotte. Conto domattina presto di tornare ad Avezzano per ripartire la sera per Roma.»

Ritengo ogni commento superfluo.
Chi, meglio di un testimone oculare, e che fa giungere a noi la sua voce attraverso questa cartolina, può illustrarci cosa accadde quel maledetto tredici gennaio?

Mi fermo qui per oggi, credo sia sufficiente. Alcune volte meglio il silenzio. E in silenzio commemoriamo quelle 30.159 persone che persero la vita quel giorno.

Riproduzione riservata.

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