LA DITTA DI MARTELLI CHE VENDE FRUTTA…

LA DITTA DI MARTELLI CHE VENDE FRUTTA…

Scartabellando tra gli album, nel raccoglitore riguardante le attività commerciali legate alla meccanica, trovo una cartolina spedita il 14 settembre 1937 dalla ditta Pasquale Martelli, di Bologna.
In basso a sinistra, sulla cartolina, il logo della ditta con al centro un bel martello.

Logo che si ripete anche nell’affrancatura meccanica rossa.
Per i non addetti ai lavori, un’affrancatura meccanica altro non è che l’impronta di una macchina affrancatrice, apparati che venivano utilizzati nelle ditte con grandi volumi di corrispondenza da spedire, e che servivano per affrancare le missive evitando l’uso (e quindi l’approvvigionamento) di francobolli.
Dovrei parlare al presente, e non al passato, perché ancora oggi vengono utilizzate, ma il loro uso è talmente limitato da risultare davvero irrisorio.

Nel creare l’impronta per la macchina affrancatrice le ditte erano obbligate ad utilizzare il punzone di Stato, il bollo circolare datario, ed erano libere di aggiungere scritte, loghi e disegni a patto di pagare un onere di concessione.
Ecco, appunto, che la ditta Pasquale Martelli inserì i propri riferimenti e il proprio logo.

In Italia vennero introdotte dal 1927, e sono rosse perché l’inchiostro usato era appunto il rosso, da regolamento.

Tornando al ritrovamento della cartolina della ditta Pasquale Martelli, ok, mi dico, sarà una ditta che produce attrezzi da lavoro, chissà.
Quindi, giro la cartolina, e leggo:
«Siamo dispiacenti di non poterVi fare offerta di pesche, perché le abbiamo ultimate.»

Pesche?
E che c’entra con i martelli?
Sarà mica un qualche aggeggio meccanico o di ferramenta che non conosco e che si chiama “pesca”?

Mi metto su Google a cercare, ma non trovo nulla.
Ad un certo punto, tra i risultati mi esce fuori un’immagine dell’Archivio Centrale dello Stato:
http://dati.acs.beniculturali.it/media/bm/wtmk/ACS_002/P000037_85802-86000/WEB/85802-86000_0128.jpg
Ovvero il rinnovo di un deposito di marchio d’impresa.
Esattamente quel marchio con il martello al centro.

La sorpresa è nella descrizione dell’attività della ditta: «prodotti ortofrutticoli e agrumari (classe 36).»
Quindi, le pesche che erano finite erano davvero pesche! Frutta!

Ma allora perché il martello nel logo? Di solito in un logo si inseriscono elementi grafici a richiamare l’attività o l’ambito in cui ci si muove.
Se vendo frutta, nel mio logo inserisco una ciliegia, un ananas, un grappolo d’uva, un disegno riconoscibile anche da stilizzato e che immediatamente faccia ricondurre chi osserva il logo alla mia attività.
Una sintesi della mia attività.
Non ci vado a mettere un martello perché faccio Martelli di cognome!

Bizzarro, quanto meno…

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