DA BIBLIOTECA A BIBLIOTECA

DA BIBLIOTECA A BIBLIOTECA

Non so voi, ma quando entro in una biblioteca lo faccio in punta di piedi.
Quasi fosse (e forse davvero lo è) un luogo sacro.
Quasi come a non voler arrecare fastidio ai suoi preziosi ospiti.

Volumi, raccolte, manoscritti, incunaboli, codici miniati, incisioni: stanno lì, sugli scaffali che li sorreggono, ritti e immobili con una dignità quasi severa, ma in attesa di essere aperti, di condividere col mondo il loro sapere.
Scritti dagli uomini per gli uomini, e troppo spesso ignorati dagli stessi uomini.

Con una certa reverenza, quindi, mostro il pezzo di oggi.
E’ il 2 ottobre 1949, e qualcuno spedisce una cartolina illustrata della Biblioteca Comunale di Lucera, Foggia.
Testo stringato, «Fervidi cordiali saluti», e la firma, «A. Ciavarella».

La Biblioteca Comunale di Lucera possiede, oltre che volumi contemporanei, anche manoscritti, codici, legati, incunaboli, opere dal XV secolo in poi. Insomma, una biblioteca di quelle di cui sopra.
Fondata nel 1817 e inaugurata nel 1831, la biblioteca voluta dal marchese Gaetano De Nicastri aveva inizialmente sede presso il Convento di San Francesco.
Successivamente riallocata a Palazzo Mozzagrugno (ed è questa la sede mostrata nella cartolina), dove ha sede tuttora il Comune, venne in seguito intitolata a Ruggero Bonghi, insigne cittadino di Lucera, e infine spostata nella sede attuale presso il Convento del SS. Salvatore, alla Villa Comunale.

La nostra cartolina è indirizzata al Chiarissimo Commendator Dottor Giovanni Masi, Direttore della Biblioteca Palatina di Parma.

Così come riportato sul sito della Direzione Generale delle Biblioteche, la Biblioteca Palatina venne inaugurata nel 1769, ha sede nel Palazzo della Pilotta, e «possiede 708000 fra volumi, opuscoli, fogli volanti, periodici cessati, 250 periodici correnti, 6620 manoscritti, 74900 carteggi, 3042 incunaboli, 52470 stampe e disegni».
Insomma, anche in questo caso, una biblioteca di quelle di cui sopra.

Sempre dallo stesso sito web apprendiamo che, oltre al primo bibliotecario Paolo Maria Paciaudi, «i bibliotecari che maggiormente hanno inciso sulla sua vita sono stati: Ireneo Affò (1785-1797); Angelo Pezzana (1804-1862); Federico Odorici (1862-1876); Edoardo Alvisi (1893-1915); Pietro Zorzanello (1927-1935); Giovanni Masi (1935-1952) e Angelo Ciavarella (1957-1973)».

Che Giovanni Masi fosse il direttore della Palatina lo avevamo già compreso leggendo il destinatario della cartolina, ma la vera sorpresa è che la firma del mittente corrisponda a quell’Angelo Ciavarella che fu direttore dopo il Masi, dal 1957 al 1973.
Ma si tratta della stessa persona o di pura omonimia?
E se si tratta della stessa persona, che ci faceva Ciavarella a Lucera? Vacanza?

Per risolvere il mistero ci viene in aiuto la scheda bibliografica di Angelo Ciavarella firmata da Alberto Petrucciani sul sito web dell’Associazione Italiana delle Biblioteche, e che riporto a stralci.

Angelo Raffaele Ciavarella nacque a San Marco in Lamis (Foggia) l’11 marzo 1915. Laureato in lettere all’Università di Napoli, insegnò dal 1938 al 1940 (non di ruolo) nel Ginnasio “Ruggero Bonghi” di Lucera. Entrò nelle biblioteche governative come bibliotecario aggiunto dal 1º luglio 1940, vincendo il concorso a cui lo avevano indirizzato Giambattista Gifuni (che aveva aiutato e anche sostituito alla Biblioteca Comunale di Lucera in un periodo di assenza per malattia) e Francesco Barberi, e venne destinato alla Biblioteca Palatina di Parma, dove prese effettivamente servizio il 9 agosto.

Chiamato sotto le armi nel luglio 1941 come ufficiale di complemento, ricevette due decorazioni al merito e fu poi prigioniero in Germania, rientrando in Italia solo nell’autunno del 1945 e riprendendo servizio a Parma, dopo un periodo di convalescenza, il 1º marzo 1946.
Promosso bibliotecario di 1ª classe nel giugno 1948, nel maggio 1954 venne trasferito da Parma alla direzione della Biblioteca universitaria di Catania.
Tornò a Parma, come direttore della Biblioteca Palatina, nel settembre 1957.
Morì a Parma l’1 dicembre 1993.

Ulteriori aspetti e informazioni biografiche su Ciavarella possono essere letti su:
https://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/ciavarella.htm
e su:
http://rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it/xw-201701/xw-201701-a0007/

Quindi, in definitiva, era proprio quell’Angelo Ciavarella, in quel momento in sostituzione di Giambattista Gifuni alla direzione della Biblioteca Comunale di Lucera, che scriveva al ‘suo’ direttore alla Palatina di Parma Giovanni Masi, direttore che avrebbe sostituito qualche anno più tardi.

Quanta storia dietro dei semplici “fervidi saluti”…
 
Ringrazio Massimiliano Monaco, studioso di storia locale lucerina (e non solo), per l’aiuto nell’estensione di questo ‘sfizio’.
 
Riproduzione riservata.
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