AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI MAUTHAUSEN

AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI MAUTHAUSEN

Shoah. Ebrei. Genocidio. Campo di concentramento. Sterminio. Olocausto. Giornata della memoria. 27 gennaio. Assassini. Mostri.
Parole-chiave non buttate lì per caso.
Parole-chiave a descrivere una tragedia.
Espressione di quanto di più inumano la mente umana possa partorire.

Oggi, in tutto il mondo, è la Giornata della Memoria. Oggi si commemorano quei morti. Quei numeri sulle braccia. Quei capelli, quegli occhiali, quelle valigie.
Le cataste di queste cose e oggetti che ti accolgono in modo beffardo quando vai a visitare il campo di sterminio di Auschwitz ti tolgono ogni parola.
La tua bocca è asciutta, non riesci a parlare, ti manca il respiro, non riesci nemmeno a pensare. Perché non puoi pensare che un essere umano abbia potuto concepire, e attuare, quell’orrore.
Ho visitato Auschwitz a 16 anni, e la mia vita è cambiata, per sempre. D’un tratto sono invecchiato, non so di quanti anni, ma nulla è stato come prima.

Oggi Sfizi.Di.Posta vuole rendere omaggio a quei morti a modo suo, come meglio sa fare, facendo parlare i documenti postali.
E’ il 19 luglio 1943.
Da Terracina, provincia di Littoria (perché all’epoca così si chiamava Latina), la Signora Assunta invia una Raccomandata.

Assunta vive a Borgo Montenero, un borgo rurale amministrativamente appartenente a San Felice Circeo (Latina). Mussolini aveva bonificato la pianura, aveva scacciato le zanzare, aveva prosciugato le paludi, aveva reso quelle terre fertili, aveva costruito città dal nulla! «Grazie Mussolini per quanto hai fatto!» Chissà quante volte l’avrà detto o pensato, Assunta.

Lei vive al Podere n. 2005. Le terre bonificate vennero infatti suddivise in poderi, e questi ultimi assegnati in concessione a “coloni” provenienti (principalmente) dal Veneto, dall’Emilia Romagna e dal Friuli, regioni in quel momento povere e sovrappopolate.
Chissà se anche Assunta veniva da lì.

Ma torniamo alla nostra lettera. Assunta scrive a:

Nicola Maiaroni
Lager Haid, Baracca 17, Stanza 2
Posta ans felden ober Danau Linz
Germania

Ufficio postale del campo sul Danubio di Linz, Germania.
L’Austria era già stata invasa dalla Germania, per cui Linz non era più in Austria, ma in Germania.

In Austria venne installato il primo campo di concentramento al di fuori dei confini geografici tedeschi: il campo di Mauthausen, a 25 km da Linz.
La sua fama lo precedeva.
E non soltanto per le camere a gas, ma per i metodi crudeli e disumani con cui i 200.000 esseri umani che da lì passarono ebbero a subire.
Più di metà di essi non fece mai ritorno a casa.

Dal 1943 in poi vennero costruiti diversi campi satelliti, tutti afferenti al campo principale di Mauthausen.
A Linz vennero aperti tre campi: Linz I dall’11 gennaio 1943 al 3 agosto 1944, Linz II dal 21 febbraio 1944 al 5 maggio 1945, e Linz III dal 26 maggio 1944 al 5 maggio 1945.
Evidentemente, la missiva di Assunta era diretta al Linz I.
E, difatti, il Linz I era ubicato proprio in prossimità delle sponde del Danubio, a sud-est del centro abitato della città austriaca.

Che si faceva al Linz I?
Si lavorava.
Perché sprecare, infatti, tutta quella forza lavoro?
Perché sprecare il gas o i proiettili quando si poteva farli morire di fame e di fatica?
Anzitutto, i prigionieri dovettero costruirsi gli alloggi.
Nel frattempo, vennero impiegati nella costruzione anche di una strada e soprattutto come manovalanza nelle acciaierie Reichswerke “Hermann Göring” a produrre pezzi per carri armati.

Il 25 luglio 1944 il campo viene bombardato da aerei americani, e i prigionieri che sopravvissero alle bombe vennero trasferiti al Linz III, e il Linz I definitivamente chiuso, come detto, il successivo 3 agosto.

Una volta terminata la guerra, il capo del campo Linz I, SS Obersturmführer Fritz Miroff, venne condannato a morte da un tribunale militare americano e impiccato. Il capo dell’appello, SS Oberscharführer Hermann Sturm, venne invece condannato a 20 anni di reclusione.

Ma era possibile scrivere a un prigioniero in un campo di concentramento?
Sì, era possibile, così come era possibile per il prigioniero scrivere una missiva al massimo due volte al mese, a patto che utilizzasse i moduli prestampati e che scrivesse rigorosamente in tedesco.
Il punto è: il prigioniero avrà mai ricevuto la missiva?
E su questo più di un dubbio viene spontaneo.

La lettera all’interno della busta non c’è. Peccato. O, forse, normale. O, forse, meglio. Chissà quali dolori e quali sofferenze celava.
Tuttavia, la lettera di Assunta molto probabilmente in Germania ci arrivò.
Sul retro della busta troviamo infatti i segni della censura italiana, mentre lateralmente i segni dell’apertura della censura tedesca O.K.W.

Dove abbia operato la censura tedesca ovviamente non è possibile saperlo, se in Italia o in Austria. Molto probabilmente all’arrivo, in Austria, ma non ne posso avere la certezza. Quel che è certo, invece, è che un pezzo di strada quella missiva l’ha fatto sicuramente.

Infine, la domanda che vi starete facendo, a questo punto: ma Nicola è tornato a casa o no?
Ho cercato Maiaroni Nicola in tutti gli elenchi che ho potuto consultare, sia elenchi generali che di persone che sono tornate a casa dai campi di Mauthausen o delle persone che risultano lì sepolte.
Non l’ho trovato da nessuna parte.
Sembra svanito nel nulla.
Io spero solo che non sia svanito lungo la canna di un camino…

«Son morto con altri cento
Son morto ch’ero bambino
Passato per il camino
E adesso sono nel vento
Adesso sono nel vento

Ad Auschwitz c’era la neve
Il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d’inverno
E adesso sono nel vento
Adesso sono nel vento»
(Francesco Guccini)

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