QUEL PROBLEMA MONARCHICO…

QUEL PROBLEMA MONARCHICO…

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale gli scenari politici mutarono profondamente in quasi tutti i paesi europei.
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano scelse la Repubblica a scapito della Monarchia che governò la nazione per 85 anni, ma uguale esito avvenne anche in altre nazioni europee con l’avvento delle nuove democrazie più o meno socialiste.

I risultati ufficiali del referendum istituzionale in Italia furono:

  • Repubblica: 12.717.923 voti (54,27%)
  • Monarchia: 10.719.284 voti (45,73%)
  • Nulli: 1.498.136 voti

Nelle regioni settentrionali prevalse nettamente la Repubblica, al contrario delle regioni meridionali. In alcune circoscrizioni meridionali i voti a favore della Monarchia furono decisamente al di sopra della media nazionale: Benevento al 69,9%, Napoli al 78,9%, Salerno al 72,9%, Bari al 61,5%, Lecce al 75,3%.

I sostenitori della causa monarchica lamentarono azioni di disturbo e brogli elettorali nella consultazione popolare, tanto che presentarono numerosi reclami giudiziari, che vennero però respinti tutti dalla Corte di Cassazione. Sta di fatto che, comunque la si voglia vedere, oltre dieci milioni di Italiani votarono per la Monarchia, e questo dato non poteva essere trascurato.

Per tale ragione e con tali premesse, nell’immediato dopoguerra proliferarono svariate associazioni legate alla monarchia, più o meno nostalgiche, più o meno attive sul territorio. Tra queste, il “COMITATO INTERNAZIONALE PER LO STUDIO DEL PROBLEMA MONARCHICO” che vantava persino una Delegazione Italiana.

Il piego che presento oggi è appunto inviato da tale comitato (del quale non ho trovato informazioni in rete) nel 1949 ed è indirizzato ad una Nobil Donna, una duchessa. Sebbene mal messo a causa dell’umidità, all’interno è ancora possibile leggerne in contenuto. Si tratta di un invito a partecipare a una riunione durante la quale il presidente della Delegazione Italiana avrebbe riferito sull’argomento: “I Principi di Savoia, condottieri di eserciti. Seguirà discussione.”

Chissà che si saranno detti…

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